de distribuzione a causa della ristrutturazione del settore. Si riduce la domanda di lavoro nel terziario e nell'industria Queste indagini, pur se focalizzale sulle grandi imprese, ci consentono di confermare un fenomeno che ha segnalo il recente peggioramento della situazione occupazionale; si tratta della mancala compensazione della riduzione dell'industria e nell'agricoltura con la crescita nei servizi privati. Fino ad anni recenti l'aumento del terziario aveva largamente bilanciato la perdita di occupazione negli altri settori. Dal 1992 ciò non è avvenuto e sono diventali decisivi i processi di ristrutturazione in molti comparii del terziario, che stanno portando ad un diffuso taglio di organici. Ne è interessato il settore del commercio, dove si ha lo spostamento della distribuzione tradizionale dei piccoli esercizi a carattere familiare alla grande distribuzione. Ma sono coinvolti anche altri comparii; per esempio quello dei servizi a rete (dalle poste alle ferrovie, dall'energia elettrica alle telecomunicazioni) ed i trasporli locali. In prospettiva potrebbero essere coinvolte le stesse banche ed assicurazioni, che oggi beneficiano di una forte crescita di diffusione territoriale. La spinta ad una riduzione degli organici deriva da fenomeni abbastanza comuni e collegali {)!L BIANCO ~IL ROSSO Ira di loro: il processo di privatizzazione delle imprese ·pubbliche, il recupero di efficienza determinalo da una maggiore competizione, specie internazionale, la ricerca di economicità di gestione, la crisi di finanza pubblica. Il terziario perde, insomma, il ruolo di spugna di occupazione, che aveva assicurato un precario equilibrio al mercato del lavoro negli anni Ottanta. Non di meno i trend dell'occupazione nell'industria hanno risentilo fortemente da un lato dal!' aggravarsi della crisi produttiva, dall'altro della ristrutturazione tecnologica ed organizzativa, nonché degli effetti della redistribuzione internazionale del lavoro. Sul versante industriale continua il processo di ristrutturazione, che ha un collegamento molto indiretto con la fase economica. L'informatizzazione unila ai cambiamenti delle tecniche di gestione e dell'organizzazione del lavoro spingono verso l'automazione flessibile, consentendo all'impresa la disponibilità di un apparato produttivo più flessibile ed adattivo con un minor fabbisogno di personale. La fabbrica corta riduce i livelli gerarchici nell'impresa per sviluppare al massimo la comunicazione; questo porta ad aumentare le responsabilità dei singoli nel processo produttivo, ma anche a contrarre il numero degli addetti, compresi gli impiegali e i quadri intermedi. Forze di lavoro in Italia (migliaia di unità) Media Media Ottobre Ottobre 1992(a) 1993(b)Var.%Var.ass. 1992(b) 1993(b)Var.%Var.ass. Forza di Lavoro 22625 22788 7 163 22494 22743 -O .9 -206 Occupati Totale 20849 20428 -0.2 -421 20732 20178 -2.7 -558 Agricoltura 1508 1675 1544 -7.8 -131 Industria 6738 6821 6850 -2.5 -171 Terziario 12182 12237 11983 -2.1 -254 Occupali alle Dipendenze 14863 14541 -2.2 -323 14689 14327 -2.5 -382 Occupali Autonomi 5987 5888 -1.7 -99 8043 5849 -3.2 -194 Disoccupati del. ristretta 1778 2360 32.9 584 2217 ·2507 15.8 350 del. allargata 2739 3248 18.8 509 3043 3389 10.7 326 Tasso disocc. del. ristretta 7.8 10.4 9.7 11.3 def. allargata 11.6 13.7 12.8 14.3 FONTE:!stai e nostre elaborazioni. 58 Le prospettive La pesante congiuntura internazionale, la caduta della domanda interna, le ristrutturazioni che colpiscono sia l'industria che i servizi, le stesse eccedenze di manodopera in molli rami della pubblica amministrazione sono lutti elementi che portano ad un robusto calo di occupazione: le previsioni, purtroppo, non sono per una rapida inversione di tendenza, sia perché continueranno i fenomeni considerati, sia perché l'aggiustamento della domanda di lavoro segue con molto ritardo la ripresa economica. Appare anche difficile distinguere la disoccupazione congiunturale, destinata a rientrare con una ripresa dello sviluppo, da quella più strutturale. Infatti fasi così ampie e prolungale di caduta della domanda di lavoro hanno effetti molto pesanti sulla risorsa lavoro non utilizzata, la depauperano professionalmente, ne riducono la capacità di reazione, la demotivano nel profondo. Ogni fase ciclica negativa tende a lasciare dietro di sé una scia di irrecuperabili all'occupazione e spesso di emarginati sociali. La ripresa, che si prospetta lenta e tardiva, potrà influire su una quota limitata delle persone oggi senza lavoro; si tratta pur sempre di una medicina indispensabile, ma dagli effetti ridotti. Il che fa pensare alla necessità di uno strumento più vasto e robusto. (a) Media ricostruita secondo le attuali definizioni dell'indagine delle forze di lavoro Istat. (b) Dal 1992 si ha una discontinuità nella serie; i valori fanno riferimento ai nuovi criteri dell'indagine delle forzedi lavoro introdotti a partire dell'ottobre 1992. Le variazioni percentuali per il 1993sono calcolate rispetto alle ricostruzioni dei valori per il '92, che tiene conto delle innovazioni introdotte.
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