DlL BIANCO a.l.ILROSSO • n•i.1#1 a ; Lacrisidell'occupazione inItaliae inEuropa Lo scenario internazionale Anche le previsioni per il nuovo anno sono pesantemente negative per l'occupazione. Nel corso del '93 le persone in cerca di impiego nell'area Ocse sono arrivate alla cifra di 36 milioni di unità con una violenta crescita di più di 10 milioni di unità rispetto al 1990. Nella sola Comunità europea la differenza tra i livelli del '94 e quelli del '91 dovrebbe essere di quasi cinque milioni di disoccupati; qui inoltre più della metà delle persone in cerca di occupazione è costituita da disoccupati di lunga durata, per i quali la ricostruzione di opportunità occupazionali è assai problematica. Nei paesi della Comunità il tasso di disoccupazione è arrivato nel 1993al 10,7% della forza lavoro, con una crescita pressoché continua dall'inizio degli anni Settanta e da un ciclo all'altro. Questo persistente deterioramento è l'altra faccia della scarsa crescita dell'occupazione; in vent'anni il volume del reddito prodotto è aumentato del1'80%, mentre l'occupazione totale è cresciuta solo del 9%. Secondo le più recenti previsioni il problema occupazionale a livello internazionale è destinato ad aggravarsi fino a tutto il 1994. La disoccupazione è quasi ovunque ai livelli record nel dopoguerra; per l'impossibilità a trovare un impiego in molti paesi si riscontrano effetti di scoraggiamento sulla forza lavoro con il conseguente ritiro dalla popolazione attiva; nello stesso tempo vi è un sottoutilizzo nella manodopera occupata, che si traduce in maggior ricorso agli ammortizzatori sociali, in forma di riduzione temporadi Gabriele Olini nea dell'orario di lavoro, in aumento del part time involontario. La situazione in Italia Certamente non sono migliori in Italia né la situazione, né le prospettive. Il tasso di disoccupazione secondo la definizione Eurostat si è collocato nella media del '93 ben al di sopra del 10% con una rapida tendenza al peggioramento (10,4%). A causa dell'ulteriore allontanarsi della ripresa la prospettiva per il '94 è quella di un tasso di disoccupazione superiore all'l 1,5%. Secondo la definizione allargata, che considera anche le persone in cerca di occupazione, ma che non hanno effettuato nessuna azione di ricerca nel mese precedente l'indagine, il tasso di disoccupazione è stato del 13,7% nel '93 e dovrebbe arrivare al 14,5% nel '94. Sulla base dei dati disponibili e tenendo conto delle modifiche apportate dall'Istat, si può ritenere che l'occupazione è diminuita nel '93 di circa il 2%, pari a quasi 420 mila occupati, rispetto alla media 1992. Il calo è ancora più sensibile se riferito al periodo che va dall'ottobre '92 a quello '93; l'occupazione complessiva è calata di oltre 550 mila unità, con una riduzione di 360 mila lavoratori dipendenti e di quasi 200 mila autonomi. Sono stati interessati tutti i macrosettori; gli occupati nell'agricoltura sono diminuiti di 131mila unità (da un ottobre all'altro), quelli dell'industria di 171 mila e gli addetti del terziario di 254 mila unità. La caduta dell'occupazione è stata assai incisiva al Nord (-171 mila), ma 57 non ha risparmiato le regioni centrali (-45mila) ed il Mezzogiorno (-113mila). Il calo dell'occupazione nella grande industria ha raggiunto la punta massima a fine '92 ed oggi continua su ritmi appena rallentati. Infatti a dicembre '92 l'occupazione nei grandi stabilimenti si era ridotta del 7, lo/o rispetto a 12mesi prima, mentre l'ultimo dato disponibile (settembre '93) vede un calo del 4,3% rispetto ad un anno prima. Nei primi nove mesi del '93 l'occupazione alle dipendenze è diminuita del 5,8%; ne risentono maggiormente gli operai (-7,3%), ma vengono coinvolti ampiamente gli stessi impiegali (-3,9%) a causa delle caratteristiche di riorganizzazione del lavoro. Una nuova indagine dell'Istat consente un'analisi delle tendenze nelle maggiori aziende del terziario. Anche qui l'occupazione si riduce; infatti nei primi sette mesi del '93 gli occupati nelle imprese con almeno 500 dipendenti del settore terziario sono diminuiti dell' 1,5%. La variazioni in corso d'anno sembrano indicare qualche tenue sintomo di miglioramento. Secondo l'Istat i livelli occupazionali sonorimasti stazionari tra gennaio ed aprile ed hanno avuto una leggera ripresa a partire da maggio. Il calo è determinato essenzialmente dalla riduzione nel settore dei trasporti e telecomunicazioni (-2,9% nei primi sette mesi del '93), mentre vi è un leggero aumento nel comparto del credito, assicurazioni, servizi alle imprese ( +0,3%). Il dato relativo al commercio ( + 0,8%) evidenzia invece lo scivolamento dell'occupazione dalla piccola alla gran-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==