Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

costi. Oltre la 40a ora decorre lo straodinario. Non intendiamo rimuovere, in assoluto, dalla contrattualistica, questo istituto che ha il vantaggio - per gli imprenditori - di essere utilizzabile per situazioni ed esigenze molto diverse e che svolge una funzione di «jolly». Intendiamo, però, disincentivarlo, rendendolo economicamente più gravoso, eliminando quel «paradosso» che rende un'ora di lavoro straordinario più conveniente per l'imprenditore di un'ora di lavoro normale e incentivando, altresì, un sistema deversificato degli orari che, a nostro avviso, risponde in maniera ottimale alla moderna organizzazione di lavoro. Quindi, sì alle alternative possibili rispetto allo schema rituale delle otto ore per cinque giorni, o a normali turni programmati, sì alle alternative che, pur distribuendo gli orari in funzione di un maggiore utilizzo degli impianti, tengano in debito conto le esigenze dei singoli lavoratori e la possibilità di nuove assunzioni. Pensiamo - nei settori soggetti a ci - clicità produttiva - alla possibilità di ricorrere anche a regimi di lavoro a O!LBIANCO a-i1LROSSO 1•11 ~-m•a; 1 termine o ad un orario «multiperiodale», che consenta una diversa distribuzione del normale orario di lavoro per fronteggiare, senza dover fare ricorso allo straordinario, picchi di domanda più o meno prevedibili. Pensiamo anche ad una alternanza di periodi lavorativi con periodi di orientamento e formazione: si determinerebbe una forza di lavoro con disponibilità a prestazioni lavorative in più campi e settori differenziati. Pensiamo al lavoro pari-lime che potrebbe risolvere una serie di problemi personali propri della gestione di una società complessa come la nostra, e che, invece, è scoraggialo dalla vigente normativa legislativa e contrattuale. Occorre incentivarlo, rendendolo più conveniente dello straordinario. Il tutto, ovviamente, con una adeguata riforma previdenziale. Ci auspichiamo, anche, che venga legiferala la possibilità del pensionamento progressivo, cioè una uscita modulata e graduale dal mondo del lavoro. La legge, nel dettare diretti ve per la riduzione di orario, dovrà escludere una riduzione «generalizzata» ed in54 condizionata per tutti i settori che sarebbe al di fuori della realtà, vista la diversità delle problematiche e delle tipologie organizzative del lavoro, della produzione o del servizio proprie dei singoli settori. Vanno perciò, previsti progetti ed accordi settoriali e aziendali per lariduzione di orario, con incentivi o sgravi parafiscali a favore delle imprese che lo attuano, ma solo nella misura in cui detta riduzione procura nuovi posti di lavoro. In conclusione, è doveroso precisare che tutti gli istituti di cui abbiamo parlato costituiscono pratiche diffuse a livello decentrato: si deve, però, valorizzarli e favorirli legiferando in merito. Se riusciremo a costruire non solo una nuova normativa sulla riorganizzazione del lavoro produttivo, ma anche una nuova cultura del lavoro, del tempo del lavoro e di quello fuori di esso, saremo riusciti a determinare una diversa qualità nella partecipazione dei lavoratori alle scelte dell'impresa, a contribuire alle creazioni di nuove opportunità di impegno ed a migliorare la condizione lavorativa e sociale nel suo complesso.

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