Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

{)!L BIANCO "-'l..ILROSSO 111 •}.ist i a ;J Disoccupazionee prospettive internazionali:distorsionie rimedi p oche parole introduttive sul carattere inedito della disoccupazione ed il dibattilo internazionale in sede Ocse. Il famoso studio promosso dall'Ocse sta approdando, malgrado le affermazioni in contrario, alla nozione di una crescita trainata della competitività a sua volta resa possibile dalla flessibilità dei salari e delle condizioni di lavoro. Questa la linea di fondo del rapporto intermedio. Ma nella stessa Ocse c'è chi vuole guardare più lontano per capire il peso della distorsione di concorrenza (il costo medio orario del lavoro in Europa è di 20 dollari, di 3,80 dollari in Corea e Taiwan, di mezzo dollaro nella Cina progredita), ed il peso di pratiche protezionistiche sul commercio internazionale con enormi surplus non utilizzati per maggiori e migliori consumi in Giappone, Formosa, Corea, Singapore, ecc. Il Comitato sindacale presso l'Ocse dice no ad un aggiustamento ulteriore a carico dei lavoratori attraverso la flessibilità, minori salari e più estese forme di lavoro precario. Si pronuncia per la clausola sociale agli accordi Gatt, che obblighi i Paesi (che sfruttano persino il lavoro di milioni di minori) ad avviarsi sulla strada di un miglioramento dei salari e dei consumi attraverso una libera azione sindacale. Se così non sarà, vi saranno ostacoli alle loro esportazioni. Si richiedono maggiori responsabilità dell'impresa, con più investimenti, più innovazione di prodotto e di processo. di Pietro Merli Brandini Parliamo ora dal fatto che la disoccupazione di oggi non è quella di ieri. In quella di oggi figurano gli ingegneri, i tecnici, i quadri, gli esperti di gestione, oltre gli operai anche qualificati. Ci sono migliaia di artigiani, di piccoli e medi imprenditori. In breve, benché vi sia stata più flessibilità non vi è stato alcun segno di ripresa. Inoltre troppi sono convinti che basti trovare soluzioni nell'ambito dei soli Paesi industrializzati, come si è fatto finora. 47 La cooperazione Ira i Paesi industrializzati, i Paesi dell'Est, i Paesi in via di sviluppo è la sola via percorribile per affrontare i problemi di struttura che ci affliggono. Il rapporto Brandi diviene, perciò, il vero punto di partenza. Lo sviluppo economico diffuso e solidale, diviene occasione di mutua sopravvivenza. Questo il giudizio generale nel quale distinguere le azioni necessarie all'interno del Paese e quelle esterne. Per l'interno: sostegno a tulle le misure di cooperazione internazionale, monetaria ed economica, che consentano la ripresa della crescita economica ad un livello elevato e stabile, obiettivo necessario ma insufficiente. All'interno si tratta di confermare le misure già perse in materia di flessibilità sul mercato del lavoro, con qualche rinnovata attenzione ai problemi dell'orario. In fase di recessione i contratti di solidarietà, definiti a livello di impresa assolvono in qualche modo ad una strategia difensiva. In fase di ripresa della crescita è essenziale realizzare una riduzione marcata degli orari (intorno alle 32 ore od anche meno) per redistribuire il lavoro. I nuovi posti di lavoro, in combinazione con un più elevato livello di utilizzazione degli impianti, dovrebbero avere sgravi considerevoli di oneri sociali per un tempo definito e fino all'assestamento del cambiamento di struttura. La via di realizzazione deve passare per la contrattazione aziendale, mentre la legge dovrebbe assicurare il

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