l}!L BIANCO ~ILROSSO • •ni-•-as, ; 1 Disoccupazionel:e risposte traStatoSociale mercato L a disoccupazione si presenta oggi con i caratteri di una realtà ambivalente, perfino paradossale, sospesa tra l'emergenza delle cifre della crisi in corso e le trasformazioni profonde del mercato del lavoro; se ne parla, nello stesso tempo, a tinte forti, come del più grave dei mali sociali, ma anche con i toni più sfumati dei nuovi significati che la realtà del lavoro va assumendo nelle società avanzate; essa rappresenta un grave limite delle economie sviluppate, ma anche il risultato del loro stesso sviluppo. 1. La disoccupazione: realtà economica e sociale e questione politica centrale Oggi, in Europa, la disoccupazione assume un aspetto ancor più contraddittorio, nel momento in cui va crescendo la consapevolezza della necessità di una riforma del welfare state. Nel momento in cui si vuole ridefinire l'intervento pubblico e restringere l'area dell'intervento assistenziale, la carenza di lavoro, la disoccupazione di massa, diventa una contraddizione ancor più stridente. La riforma del welfare state, tra le altre cose, ripone al centro le responsabilità dirette degli individui, delle famiglie, delle comunità locali in ordine alla propria sicurezza, al mantenimento del proprio benessere ... Ma in alcune situazioni familiari e in alcune regioni del Paese, da dove l'assistenzialismo maggiormente deve ritrarsi, dovrà necessariamente divenire il lavoro la base dei di GiovanniBianchi redditi e della sicurezza delle famiglie. Per questo, l'aumento dell'occupazione diventa condizione necessaria anche per la riforma del welfare state, e la lotta alla disoccupazione, gli strumenti di intervento sul mercato del lavoro, ne diventano il primo banco di prova. In questo senso, il ridimensionamento dell'intervento statale nell'economia e il contemporaneo allargamento e irrobustimento della sfera del mercato, implicano una nuova centralità della questione del lavoro. È l'articolo 1 della Costituzione che acquista nuovo significato in questa fase di transizione nei rapporti tra Stato e società. 42 2. Ragionando di riduzione dell'orario di lavoro Il significato non più univoco della disoccupazione emerge anche dal dibattito in corso sulla riduzione dell'orario di lavoro. La proposta della riduzione dell'orario rovescia i termini del problema e assume la scarsità di lavoro non più unicamente come limite, ma come opportunità. L'atteggiamento di chiusura di alcuni settori, di fronte a questa prospettiva, rischia di divenire miopia. Ma io vedo anche possibili corto-circuiti nel ragionamento di chi oggi propone la riduzione dell'orario. Il rischio maggiore che intravedo è che si scambino troppo allegramente le opzioni per l'immediato con la prospettiva di più lungo periodo il ragionamento sugli strumenti per intervenire sulla crisi di oggi, con la definizione di obiettivi di lungo periodo. Intere regioni del Paese soffrono una carenza massiccia di posti di lavoro, quale redistribuzione è praticabile lì? Inoltre, la riduzione dell'orario è proponibile oggi con una parallela riduzione del salario. Questa è una realizzazione di solidarietà importante e, in qualche modo nuova, ma non somiglia che molto lontanamente alla prospettiva «virtuosa» di una crescita economica e del benessere con un minor bisogno di lavoro. Con queste considerazioni voglio semplicemente evitare che si accetti quasi fatalisticamente una situazione di crisi complicata e dura, come quella di questi mesi, come l'unico scenario possibile, con il rischio di far passare in secondo piano la consapevolezza
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