{)!LBIANCO ~ILROSSO I a Il p HJ ;J '+ 1' a Quanti cattolici italiani hanno obbedito a certi richiami insistenti? Chi vorrà coingolgere persino il Papa in una avventura elettorale dall'esito catastrofico? La Sala Stampa vaticana, e i cardinali Martini, arcivescovo di Milano, e Ballestrero, ex presidente della Cei, hanno ripetuto che nella lettera va letto un richiamo essenzialmente religioso. Chi è credente non può che accogliere l'appello al valore della fede e della sua unità, alla necessità della «comune preghiera», grande e forte, che chiude lo scritto del Papa, e in cui il cardinale Martini ha visto l'essenza più profonda e vera del messaggio rivolto, - egli ha ribadito-, «a vescovi e cattolici italiani, non ai politici». Un richiamo, ha scritto Martini, a svegliarci dal sonno, in un tempo di desolazione, a prenderci le nostre responsabilità, a purificarci dai reciproci sospetti, e a collaborare con «leforze sane della Nazione». Il tutto è posto nel contesto della apertura all'Europa, di rifiuto del consumo e del denaro come leggi supreme e valori automatici. Proprio per questo molti cattolici oggi si riconoscono in una realtà come quella dei CristianoSociali. Unità del paese, messa in guardia dai rischi separatisti e dalle tendenze corporative ed egoistiche, solidarietà effettiva, fraternità universale, giustizia sociale, lotta efficace alla disoccupazione e allo sperpero individuale e collettivo, sviluppo della iniziativa privata e della creatività imprenditoriale in armonia con il bene comune, limitazione dell'intervento pubblico al necessario: sono tra i valori sociali programmatici cui ispirano le loro scelte. Nel concreto delle scelte elettorali di ciascuno, e delle alleanze politico-programmatiche dei prossimi mesi, la ribadita unità nella fede di tutti i cattolici coerenti, per quanto riguarda i fini della politica, non ostacolerà la varietà di opzioni per quanto riguarda i mezzi, in ciò compresi. partiti e schieramenti programmatici. È la nostra laicità cristiana vissuta liberamente e responsabilmente. 3. La «laicità» richiesta a tutti. Ma il discorso non finisce qui. Su questa base si pone anche ciò che i cattolici, come singoli cittadini e come forze sociali, possono e debbono chiedere ai loro eventuali alleati nella competizione elettorale e programmatica, con davanti la realtà concreta della legge elettorale, ancora imperfetta, e del panorama delle forze in campo. Quella laicità che molti cattolici hanno con4 quistato e difeso dentro la Chiesa, distinguendo i fini dai mezzi, la fede dalle scelte particolari, le dichiarazioni di principio dagli strumenti reali da adottare per migliorare la società, e che tanti di essi hanno dimostrato con scelte anche difficili, come nel caso delle leggi discusse e discutibili sul divorzio e sull'aborto, che non dichiaravano un principio, per noi inaccettabile, - come lo era anche per i cattolici noti e dichiarati che quelle leggi hanno promulgato e sottoscritto, presidenti della Repubblica, del Consiglio e ministri del Governo allora in carica-, ma regolamentavano una realtà dolorosa già in atto, predisponendo anche i mezzi per prevenirla, è davvero il caso di chiederla a tutti i possibili alleati politici dei cattolici stessi. Occorre fare i conti, tutti, con la crisi delle ideologie e con la richiesta della limitazione della politica e dei programmi, per quanto riguarda la possibile futura alleanza progressista, al regno dei mezzi. I cattolici non potranno allearsicon chi non rispetta le loro scelte di principio ideale e religioso, pur conservando le sue: la fede, o la non fede, non si mettono ai voti, né si possono sacrificare per qualche alleanza. È necessario per tutti, anche per le forze storiche laiche e di sinistra italiane, voltare davvero pagina, non legare scelte filosofiche e ideali secolaristici e antireligiosi ai programmi e alle scelte politiche, e rinunciare definitivamente alla identificazione di comodo di cattolico e Dc, di progresso e antireligione, di cultura e rifiuto della fede, di Chiesa e oscurantismo, di cristianesimo e ideologia moderata, di valori etici cristiani e cattolici e repressione della vita e della libertà. Spetta anche a chi vuole essere interlocutore credibile dei cattolici accogliere nei fatti questa esigenza, condizione di ogni passo avanti. L'alleanza politica detta progressista deve nascere da opportunità realistiche, non mortificanti per nessuno, non egemonizzate da vecchie ideologie magari nascoste, non ripetitive di schemi che in passato hanno consentito l'utilizzazione di comodo di forze e persone ufficialmente cattoliche per coprire resistenze profonde, di cultura, di ideologia, di valori, alla piena libertà, davvero laica, di coscienza e di scelte di fini della vita. Se non si realizzerà questo autentico salto di qualità tutto può tornare in discussione: l'identità ideale, e la libertà coerente non costituiscono merce di scambio.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==