Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

D!LBIANCO ~ILROSSO iilkiiliii zione cristiana - unita dove è necessario e pluralista dove è legittimo e opportuno - non ha chances di riemergere nel!' epoca della razionalizzazione tecnica, del capitalismo trionfante e dissipatore, del disordine planetario, della crisi del!' ecosistema. La riacquisizione di una fecondità intellettuale postula una rinascita nel pensiero fondamentale, cioè nella filosofia, e questo non potrà che incrociare la originale navigazione che Jacques Maritain ha intrapreso da laico, a proprio rischio e corrispondendo alla propria irrecusabile responsabilità, nell'ambito della cultura. JacquesMaritainla: icitàcome confinedellapolitica di Giorgio Tonini on è questa la sede, né sono io la persona N adatta, per una ricostruzione filologicamente rigorosa dell'evoluzione del pensiero politico di Jacques Maritain. Può essere invece interessante, a vent'anni dalla morte di quel grande maestro di tre generazioni di cattolici democratici, avviare una riflessione su ciò che, della lezione maritainiana, resta vivo nella nostra passione ed intelligenza politica. Dirò subito che, a mio parere, è molto il Maritain ancora vivente. Anche se di una vitalità latente: la lezione del «contadino della Garonna», come egli amava definirsi, è penetrata talmente a fondo della nostra cultura di cattolici democratici da essere difficilmente isolabile dall'insieme del nostro bagaglio intellettuale e verrebbe da dire persino morale e spirituale. Vent'anni fa, all'indomani della sua scomparsa, si verificò un vero e proprio «boom» di attenzione per Maritain. Poi, dopo un'alluvione di libri e libercoli, convegni, simposi, seminari, dossier monografici, di riviste e rivistine, quasi per estenuazione, sul filosofo dell'«umanesimo integrale» cadde una pesante cortina di oblio, che neppure la ricorrenza del ventennale è riuscila a rimuovere. E tuttavia, pensare i cattolici democratici senza Maritain sarebbe impossibile, come lo sarebbe pensare i socialisti senza Marx o i liberali senza Adam Smith. C'è infatti un Maritain profondo dentro la coscienza e l'intelligenza di ogni buon cattolico democratico: un Maritain che potrebbe essere utile far riaffiorare per aiutarci a capire qualcosa di 33 più di questo nostro complicato passaggio storico. Il pensiero politico maritainiano, nonostante le intenzioni tomisticamente architettoniche del suo autore, è del resto tutt'altro che un sistema: è piuttosto una costellazione di riflessioni, talora persino di suggestioni, cerio sorrette da un robusto radicamento teologico e filosofico, ma ugualmente aperte al confronto vitale e problematico con i «segni dei tempi». La biografia del pensiero dei cattolici democratici E se il cattolicesimo democratico è non un'ideologia, ma una storia di biografie, la biografia maritainiana è, per eccellenza, la biografia del pensiero dei cattolici democratici: gli apporti forniti da Maritain al dibattilo politico e alla riflessione sulla politica nelle diverse stagioni della sua lunga vita (91 anni), si sono depositati sul fondo della memoria collettiva dei cattolici democratici, a disposizione della loro intelligenza e del loro coraggio. Volendo cercare di organizzare in modo sistematico e insieme cronologico l'itinerario del pensiero politico di Maritain, mi parrebbe si dovrebbe articolarlo in quattro tappe, ognuna delle quali riconducibile al nocciolo duro della riflessione marilainiana, rappresentato dal personalismo. La concezione dell'uomo come persona, ovvero in ambito teologico come creatura ad immagine e somiglianza del creatore, e in ambito filosofico come soggetto dotato di una dignità trascendente la natura e la società anche se da esse materialmente dipendente, è infatti la stella polare principale del pensiero

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