Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

{)!LBIANCO ~ILROSSO Piiiiliii -----====---· ·-·.. .•~-··· 111 . " ~li,--- ". '·. '--. . ~- ) ·., ..'.. . •,· ·. . ~·/ . . - ···- Un programma che prenda per mano una società senza più punti di riferimento, ma che ha voglia e necessità di appassionarsi nuovamente alla politica. Un programma che ristabilisca equilibrio fra i poteri, mettendo la parola fine allo scontro fra poteri forti. Un programma che abbia forti dosi di equità e scelga a favore di politiche per il lavoro, sapendo correggere, dove è necessario anche le distorsioni della politica di risanamento economico e sociale ..Un programma che sposti davvero, ora che è possibile, il centro della politica da Palazzo Chigi alle istituzioni più vicine alla gente. Tale programma sarà tanto più convincente quanto più apparirà come la conseguenza di una convergenza fra esperienze politiche che appartengono a tradizioni radicate nel sociale, come i Cristiano-Sociali, il riformismo laico, la cultura ambientalista e il Pds. Sarebbe viceversa un rischio proporre agli elettori di domani l'immagine «africana» di una grande quercia attorniata da piccoli e polverosi cespugli. La sinistra deve invece apparire come una grande foresta, ovvero una solida e convinta alleanza fra forze diverse che sentono come loro una identica battaglia politica nella quale però c'è pari dignità per tutti. La fine della paura del nuovo fra la gente ha un risvolto della medaglia 24 che soprattutto chi si sente sulla cresta dell'onda farebbe bene a non ignorare: è emersa una grande diffidenza nei confronti di nuove egemonie. Chi si sente protagonista nella società sia esso un piccolo imprenditore, o un lavoratore, o un anziano che sa di poter ancora dare molto, o il giovane studente del Jurassiko, vuol esserlo fino in fondo. Ma questa è una ricchezza se la sinistra saprà averla con sè. Ed è questa la carta da giocare. Diversa da quella del polverone leghista che pure nasconde alla nostra vista buona parte del Nord, e dai tentativi centristi di riesumare vecchi modelli interclassisti. Ecco perché non è trascurabile neppure il capitolo dei simboli con cui avventurarsi verso le inevitabili elezioni anticipate del prossimo anno. Se il programma non può che essere il frutto di un lavoro comune, il sigillo a questo programma deve essere un solo simbolo, nella competizione con il criterio maggioritario, e sarebbe auspicabile lo fosse anche per l'insieme di forze che vorrà essere presente nel gioco proporzionale delle liste. Un voltar pagina, anche questo rispetto al passato di non poco conto, visto che sancirebbe la fine sensibile non delle idee, ma di troppi campanili della sinistra italiana.

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