Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

D!.L BIANCO ~ILROSSO i+iiki+iliii Ilbipolarismaosimmetrico: unasinistra,moltedestre di Alberto Martinelli - 1 successo delle liste dell'alleanza democratica I progressista nelle maggiori città in cui_si è votato il 21 novembre e il 5 dicembre 1993 premia la capacità del Pds di coalizzare e di aggregare le diverse componenti dell'area della «sinistra-centro» e conferma l'intuizione originaria di « Verso - alleanza democratica» che ha compreso meglio degli altri le opportunità offerte da una legge elettorale maggioritaria a doppio turno. I risultati elettorali hanno per converso punito, come era prevedibile, tutti coloro che, a cominciare dalla Democrazia cristiana, continuano a ritenere che il centro dello spazio politico sia una sede da occupare stabilmente e una volta per tutte così da diventare «governativi a vita». In una democrazia funzionante il centro è invece il luogo dove due aree politiche, l'una convergendo dalla sinistra e l'altra dalla destra, si contendono i consensi di un elettorato che esprime opzioni politiche non radicali e fluttuanti a seconda della congiuntura economica e politica, dei risultati ottenuti da chi è al governo e della credibilità delle proposte di chi è temporaneamente all'opposizione e al governo spera di andarci. I risultati modificano la situazione politica italiana nella direzione di una contrapposizione tra forze politiche che tendono ad aggregarsi intorno a due poli sull'asse sinistra-destra. Ma siamo ancora ben lontani da un vero sistema bipolare, che dovrebbe auspicabilmente porre fine al consociativismo e favorire la democrazia dell'alternanza e governi migliori che in passato. Abbiamo per ora un bipolarismo asimmetrico, in cui alla sinistra democratica non corrisponde un'analoga destra democratica. Le ragioni di questa perdurante anomalia italiana (sia pure di natura diversa dal passato) sono, da un lato, le resistenze del vecchio sistema partitico, sconfitto ma non del tutto scomparso, e, dall'altro, la compresen15 za di più dimensioni nelle scelte elettorali dei cittadini: oltre alla contrapposizione sinistra-destra vi sono infatti le contrapposizioni centralismo-federalismo (nelle loro assai diverse accezioni), «vecchio-nuovo» e «cattolico-laico». La coesistenza di più dimensioni nella scelta elettorale non ha impedito l'aggregazione di forze diverse nell'alleanza democratica progressista, ma ha .frammentato il voto moderato e conservatore. Si forma infatti l'area della sinistra democratica (che si sta organizzan'do intorno al Pds, ma non è affatto identificabile con il Pds, che da solo non avrebbe vinto) e sta scomparendo il vecchio centro, ma non c'è ancora la corrispondente area della destra democratica. L'anomalia italiana rispetto alle grandi democrazie occidentali si modifica, ma non viene meno: dal pluralismo consociativo si è passati al bipolarismo asimmetrico. Lega e Msi, pur essendo agli antipodi con riguardo alla dimensione «centralismo statale-federalismo»,. ottengono entrambi i consensi di elettori moderati e conservatori (la Lega, in verità, non solo quelli) e quindi sono potenziali candidati a costituire questa aggregazione politica. Ma la Lega, mentre continua a crescere nella sua roccaforte lombarda e nelle regioni vicine, conserva, e anzi accentua, il suo carattere di partito regionale, non nazionale. L'Msi ottiene un successo clamoroso a Roma, Napoli e in altre città del centro-sud, che tuttavia servirà a poco se resterà isolato all'estrema destra, dove lo ha trattenuto finora un'ideologia anti-democratica da tempo defunta. Da dove può dunque emergere oggi l'area della destra democratica? I pretendenti sono diversi, compresi coloro che si ostinano a dichiarare di voler costruire «il nuovo centro». Potrebbe essere rapresentata dalla Lega se riuscirà a

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