Il Bianco & il Rosso - anno V - n. 48 - gennaio 1994

{)!LBIANCO ~ILROSSO Miklillii Ritardiistituzionaelipolitici. Unariflessionseemprepiùurgente di Tiziano Treu - tempi delle decisioni politiche e istituzionali si I restringono; ma questo non facilita, per ora, la chiarezza. Riscontro una sfasatura fra i due piani, quello istituzionale e quello politico in senso stretto. Nelle ultime tendenze istituzionali si può verificare una certa coerenza ed efficacia di go- - verno. Nonostante (o a motivo?) della confusione politica nell'ultimo anno e mezzo si sono attuate iniziative istituzionali significative. Molto ha contribuito l'incombere dell'emergenza: ma si sono anche avviate iniziative di riforma. In sé questa divaricazione non è anomala: anzi potrebbe essere utile. In un momento di destrutturazione del quadro politico partitico tradizionale le istituzioni possono agire positivamente con relativa autonomia. Senonché ciò non può durare a lungo se non concorrono circostanze particolari: cioè se il quadro politico non mantiene una certa «apertura». Al riguardo le prospettive politiche sono a dir poco incerte. Il fatto che si debba votare con una nuova formula elettorale «troppo rigida» non aiuta. Passare da un sistema bloccato a un bipartitismo «virtuoso» con un solo turno e in pochi mesi non è certo facile. Il Giappone, ad esempio, che ha avuto un sistema di governo monopartitico simile all'italiano sta passando per una fase di coalizioni flessibili fra partiti diversi che sembra funzionare. A noi questa possibilità u sembra preclusa: dalle incrostazioni politiche ben più forti in Italia che in ogni altro paese sviluppato e anche dalla legge elettorale. La proposta del «centro di transizione» avanzata da alcuni aveva (anche) questo intento. Prendendo atto che non ci sono subito le condizioni per un bipartismo virtuoso, proponeva di utilizzare aggregazioni fra gruppi diversi appunto come strumenti di transizione. L'obiettivo era di evitare la nascita di un bipartitismo radicalizzato su poli «estremi» (Lega da una parte, Pds aperto a Rifondazione dall'altra) invece che articolato come nelle democrazie più consolidate su due poli interm<i1dic, onservatore e progressista, entrambi moderati. Questa proposta sembra aver perso tutte o quasi le sue chance; tante o poche che fossero. Per molti motivi: per la eterogeneità delle sue componenti potenziali e attuali; per il timore che sia troppo simile alla ripresentazione di coalizione fra vecchi partiti che a una riaggregazione nuova come è necessario per il procedere delle tendenze centrifughe e disgregatrici rispetto a quelle di aggregazione intermedia. Senonché queste ultime tendenze costituiscono un pesante condizionamento all'evoluzione verso un bipartitismo virtuoso. I partiti sono lungi dall'essersi sciolti. Non lasciano facilmente campo libero per nuove scelte ✓ ~--===-~~~=~=---------~~-~E .. _=____ .~~--=-~ _ ... _., ... _ .............. -~ .,..~~··-·· .. •~·,...- · ...__ -- 13

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