{)!LBIANCO ~ILROSSO Mikiilit+i ·-= __ ,-,....._◄··• '-'"·'' ··a!i!'!...■.~,-~~- ~- ·-·· .,!Il . 'wiif.7. -~-·-· ---- ....... :"':··,· \•~ . ... ~ .. derata una pessima legge e che intanto resta, ma bisogna ammettere che la situazione che si è venuta a creare in assenza di certezze normative è una delle più originali ed ingarbugliate che il nostro Paese, peraltro unico in molti suoi aspetti, conosca. In realtà i problemi sono quelli di sempre, ingigantiti però dal numero sempre maggiore di obiettori in servizio civile. Niente di più positivo che avere molti giovani che ancora oggi fanno una scelta di solidarietà, il fatto è che questa scelta è, nei fatti, profondamente diversa da quella compiuta da loro coetanei anche solo cinque anni fa, ma a tali cambiamenti sociali non è corrisposto un cambiamento di atteggiamento e di gestione del Ministero della Difesa. Non è possibile avere con tale interlocutore uno scambio culturale che permetta di ffrontare una situazione oggettivamente compie - sa con quella necessaria collaborazione fra società civile e Stato. Per il Ministero della Difesa il tempo sembra non passare e così la competente divisione continua a lavorare in condizioni pressoché artigianali sorretta solo dalla buona volontà dei suoi funzionari, i Distretti militari continuano a operare in totale autonomia l'uno dall'altro ed è quindi impossibile avere una omogeneità di gestione sul territorio nazionale, dagli aspetti piu 63 - banali e quotidiani a quelli più complessi e generali, e gli enti continuano a sperare che questo Stato comprenda appieno quale opportunità sotto il profilo civile, sociale ed economico sia il servizio civile per l'intera comunità nazionale. Non ci stancheremo mai di dire che il. servizio civile deve essere anche una esperienza di coinvolgimento dei giovani in servizio civile per aumentare la consapevolezza del loro ruolo attivo di cittadini e che l'attuale situazione non dà i necessari strumenti: tutto è riposto nella buona volontà dei singoli soggetti coinvolti, buona volontà spesso ostacolata dalla burocrazia militare che per sua stessa natura è vincolata da regole che niente o ben poco hanno a che fare con il servizio civile. È anche francamente incomprensibile il timore degli Stati Maggiori che da un lato vogliono un esercito professionale e dall'altro temono una «fuga» dalle caserme di giovani che, secondo loro, sceglierebbero il servizio civile in quanto alternativa più comoda al servizio militare. Non ci resta quindi che attendere, confidando nel buon senso comune, nell'impegno del Governo e del Parlamento che, coerenti con la volontà di far emergere e consolidare le forze migliori del nostro Paese diano seguito all'iter della riforma con la sua definitiva approvazione.
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