.1),!.LBIANCO ~ILROSSO Pl•iiliii bertà dal bisogno, cioè il diritto alla vita, al lavoro e all'uso dei beni; in secondo luogo quelli che garantivano a ciascuno di poter seguire la propria vocazione, cioè la libertà di insegnamento e il diritto all'istruzione elementare e la possibilità di accesso alla istruzione nei gradi successivi. Centrale era anche la proclamazione dei diritti civili e politici della persona nei confronti dello Stato, soprattutto quelli contro gli abusi dei pubblici poteri, e quelli delle comunità intermedie e dei gruppi sociali. Lo Stato, poi, per essere effettivamente garante del pluralismo sociale e politico, doveva essere privato di molte delle funzioni che aveva accumulato, articolato in strutture decentrate - in particolare le regioni - alle quali doveva essere riconosciuta un potestà legislativa e un'autonomia amministrativa e politica. Al vertice dell'organizzazione statale era previsto un parlamento bicamerale come garanzia di un maggior controllo politico rispetto agli interessi economici, un capo dello Stato distinto dal capo del governo e una corte suprema come garante della costituzionalità delle leggi. Piuttosto debole era la parte economico-sociale che riprendeva quanto già formulato in precedenza nei programmi Cristiano-Sociali sulla necessità del superamento del capitalismo e sulla codificazione del diritto di proprietà. Nelle elezioni del 2 giugno 1946, il Partito Cristiano-Sociale ottenne complessivamente 51.088 voti (pari allo 0.2% dell'elettorato nazionale, ma concentrati con diversa incidenza in quattro regioni, Lazio, Toscana, Umbria e Veneto), che portarono Bruni all'Assemblea Costituente. In questa sede egli pronunciò una serie di discorsi (dalla seconda metà del 1946 alla seconda metà del 1947) sul futuro assetto del paese, nei quali chiariva e ampliava quanto già affermato in passato. Ribadiva infatti la necessità di una riforma agraria e della nazionalizzazione dei settori chiave dell'economia (banche, assicurazioni, industrie idroelettriche); si dichiarava contrario all'inserimento dei Patti Lateranensi nella Carta Costituzionale, perché profondamente discriminatorio nei confronti delle confessioni religiose diverse da quella cattolica; riaffermava l'importanza di garantire a tutti un effettivo accesso al diritto allo studio e la centralità per la costruzione di un ordinamento veramente pluralistico della società delle autonomie locali - con particolare riferimento al circondario - che avreb54 bero dovuto avere anche compiti di programmazione economica. La modifica del quadro politico dopo la primavera del 1947 non contribuiva a rafforzare le possibilità di sviluppo del Partito Cristiano-Sociale. Dopo tormentati ed infruttuosi rapporti prima con Guido Miglioli e poi con Adriano Olivetti, i Cristiano-Sociali sostennero i tentativi - risultati vani - di Riccardo Lombardi di ricostruire una sinistra democratica e socialista dopo la fine del Partito d'Azione e la scissione socialista di Palazzo Barberini, e respinsero le ripetute proposte delle sinistre democristiane di confluire nel loro partito. In vista delle successive elezioni del 18 Aprile 1948 i Cristiano-Sociali, in sempre più aperta opposizione con la politica conservatrice delle Dc, aderirono all'assemblea costitutiva del Fronte Popolare, decidendo però di presentarsi poi alla prova elettorale con liste proprie. I voti ottenuti furono 73.064, con un incremento di circa il 46% rispetto al 1946 e con diffusione su tutto il territorio nazionale, ma insufficienti - a causa del nuovo sistema elettorale - a far eleggere un deputato. Si chiudeva così l'esperienza organizzata del Partito CristianoSociale, che aveva vissuto in maniera eticamente radicale la propria ispirazione cristiana, anteponendo - come ha scritto Antonio Parisella - «il dovere della testimonianza ed un certo modo di intendere la coerenza alle stesse possibilità di una facile affermazione». Dopo di allora Gerardo Bruni restava, fino alla sua morte (1975), punto di riferimento e di collegamento per i militanti, che localmente si impegnavano secondo differenti scelte politiche, sociali, culturali ed ecclesiali. Nota Bibliografica Per quanto riguarda l'origine, i programmi e le vicende del movimento dei Cristiano-Sociali, dr.: A. Parisella, Il partilo Cristiano-Sociale1939-1948,Roma, Bibliotecadi studi Cristiano-Sociali,1984, e I programmi dei Cristiano-Sociali dal regime fascistaalla repubblica, in Cristianiin politica, a cura di Bartolo Gariglio, Milano, Franco Angeli, 1987; i saggi di autori vari contenuti nel volume Gerardo Bruni e i Cristiano-Sociali, a cura di A. Parisella, Roma, Edizioni Lavoro, 1984; la voce PartiloCristiano-Sociale, di Silvio Tramonlin, in Dizionariostoricodel movimentocattolico in Italia(1860-1980),voi. I, Ifa/li e/e idee, I. 2, Torino, 1981, pp. 349-352, e la voce di Bruni Gerardo, di Antonio Parisella, ivi, voi. II, I protagonisti, Torino, 1982, pp. 56-58. L'archivio di Gerardo Bruni e del Movimento Cristiano-Sociale è conservalo nella fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma.
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