~JtBIANCO l.XltHOSSO MiikMillil articolare nel tempo. Credo però che non ci sia bisogno solo della «diaspora» dei cristiani impegnati, ma che ci sia il bisogno di un grande ambito di riflessione ed azione, che lasciando alle scelte personali di esprimersi in tante maniere diverse nell'adesione partitica, possa essere il punto di riflessione forte, dove confluiscono le più grandi esperienze di servizio e possano essere così il metro di giudizio per le scelte di programma e di gestione del bene comune. Il polo progressista, in cui come «polo» potrebbe essere veramente al di sopra di tutti gli schieramenti e quindi può supporre tante diverse partecipazioni, ha bisogno dei «cristiani», - in questa accezione di «possibili cristiani» perché nessuno lo è a priori (solo se attraversati dal morire con Lui nei poveri, lo si può essere in qualche modo)-, perché dentro ad ogni movimento «solo» umano possa inserirsi attraverso la «testimonianza» il «martirio» cristiano una sua possibile trascendenza, per non rimanere il «solo umano» prigioniero di se stesso, dei propri limiti. Così come abbiamo visto per le ideologie passate. Se Dio entra nella storia, la storia si trascende, la rivoluzione persino si fa umana, e Dio non fallisce nelle sue promesse, perché i cristiani non stanno solo a guardare. Lui è entrato una volta per tutte nella storia, tocca alla grande responsabilità dei cristiani non deludere Dio. Dio ha bisogno degli uomini. La grande sfida di oggi. Il grande bisogno di lavacro di cui abbiamo bisogno per ricominciare. Stare veramente come singoli, ma anche come comunità cristiana dalla parte degli ultimi, (quanto rinnovamento anche per la·Chiesa!) servirli, mettere le masse sterminate degli oppressi, dei popoli abbandonati al centro delle nostre attenzioni, rinnovare il nostro quotidiano di paesi occidentali, quello dei bisogni primari, rinnovare la nostra azione sociale, in misura di questo «grande male» dell'umanità povera da portare e non schiacciare più. Questo è il grande lavoro, da cui rinascerà anche una dimensione più giusta della politica. Dai poveri del Sud è venuto un appello a credere per noi occidentali nella dimensione della politica, del far politica, come la dimensione più alta della Carità. Ce lo hanno detto nel Convegno giovanile di Capodarco «Gli inutili al Mondo» del 25 Aprile '93. 38 Uno spunto operativo che vorrei offrire agli amici «Cristiano-Sociali», a cui mi sento di appartenere personalmente, mentre come movimento di Capodarco faremo una riflessione ad hoc molto presto, è che si pensi che fra le tante componenti di ispirazione cristiana che si stanno interessando, si cerchi l'adesione anche del Volontariato Internazionale. Esso è oggi tanto in difficoltà, ma proprio perché è stato il primo a pagare, per gli altri, la «falsa politica». Però essi hanno toccato con mano dove si annida il male della nostra politica nazionale. Il rapporto Nord-Sud è il vero rapporto, in cui siamo ormai come cittadini del mondo e su cui dobbiamo reinventare la nuova politica. Illuminante per la nuova politica un vecchio detto, che ho fatto mio: «Pensare mondiale, giudicare nazionale, agire locale». Quanto sia importante il pensare modiale per il giudicare nazionale è tutto un programma da scoprire e in cui attivare anche le nuove generazioni, per il loro futuro di protagonisti del mondo. Ma anche l'agire locale del volontariato, degli operatori di condivisione, dei cittadini volontari è importante per dare una dimensione nuova alla politica. Quanto potremmo dire noi della Comunità di Capodarco, del Cnca a cui aderiamo, con tutto il nostro lavoro, sul piano dei servizi sociali, che, ci dicono oggi con estrema spudoratezza, vanno tagliati, privatizzati. Non è più questione di lotta alla povertà dicono quelli della Comunità Europea con cui collaboriamo a Tor Bella Monaca, ma di lotta all'esclusione. Per questo noi dall'esclusione dobbiamo difenderci, creando, con il polo progressista una «parte», la parte di quelli che servono l'uomo in assoluto, per ispirazione cristiana. Il nostro statuto dice: «Per la matrice cristiana di parte dei suoi membri e per l'esperienza di servizio all'uomo di tutti, la Comunità di Capodarco è luogo di incontro e di confronto tra quanti, pur variamente ispirati sul piano ideologico e culturale ne condividono lo spirito e l'impegno vitale». Per questo siamo profondamente dentro a tale movimento dei Cristiani impegnati nel sociale e vorremmo apportarvi sempre più il nostro contributo di idee e di uomini.
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