Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 46/47 - nov./dic. 1993

DlLBIANCO ~ILROSSO iii•iihiii Cristiano-Sociali: impegnoperuna «rivoluzione» individualee collettiva diAnnaCarli alvaguardare il sistema democratico e l'uni- s tà del nostro Paese è l'impegno primario che tutte le forze progressiste devono sentire in questa fase. Accanto a questo ne scatta immediatamente un altro: affrettare il più possibile i tempi di costruzione dello schieramento progressista per due motivi. Il primo - ma non il principale - riguarda le scadenze elettorali che dovranno essere affrontate. Le prossime elezioni regionali, europee, e auspicabilmente per Camera e Senato, non potranno trovare i cittadini costantemente disorientati da schieramenti in continua ridefinizione, magari in rapporto solo alla possibilità di elezione di singoli. Le possibili aggregazioni elettorali da identificare come progressiste.devono individuare celermente i loro contenuti programmatici e definire le regole con le quali costruire le candidature comuni. Il secondo riguarda il fattoche, a fronte di tempi lunghi, non solo i partiti tradizionali, ma anche i movimenti progressisti finiranno per non essere più punti di riferimento soprattutto per i giovani che hanno bisogno di certezze e di speranze per partecipare alla politica e costruire il proprio futuro senza egoismi e con senso di responsabilità. I Cristiano-Sociali per questa possono avere un ruolo decisivo per contribuire alla costruzione del movimento progressista. Possono aprire il dibattito programmatico ed a questo agganciare le prospettive del dibattito politico. Devono favorire il superamento della fase di sola analisi. Attardarsi solo sulla ricerca delle cause della situazione di difficoltà e di disgregazione rischia di rimanere sterile e dare spazio alla convinzione che il superamento della crisi debba passare inevitabilmente da posizioni in realtà conservatrici o peggio ancora da contenuti e atteggiamenti straccioni come quelli della Lega di Bossi. 27 I Cristiano-Sociali hanno una cultura, dei valori in coerenza con i quali possono compiere oggi scelte di contenuto e dare orientamenti che possono rimanere chiari ed individuabili anche in una fase successiva alle elezioni parlamentari da auspicare il più vicine possibile. Essi possono oggi consentire, e domani rafforzare, l'abbandono dello schieramento democristiano da parte di un buon numero di cattolici, ottenendo il risultato di rottura della loro unità politica, oggi riuscita in parte solo per opera della Lega. I Cristiano-Sociali possono inoltre esercitare un ruolo ribadendo, nella costruzione dello schieramento progressista, che fare politica, assumersi responsabilità di potere è scegliere di stare al servizio degli altri; è svolgere un ruolo senza sicurezza incrollabile nelle proprie capacità e nel proprio agire individuale; è creare le condizioni per il lavoro collegiale, la valorizzazione reciproca e l'apprezzamento degli altri anche quando è riconoscimento di un ruolo proprio individuale di minor spicco; è respingere ogni atteggiamento di egemonia culturale, non far pesare le idee e chi le sostiene con il solo criterio del peso numerico della rappresentanza. Per costruire un polo progressista occorre comunque chiedere - a quanti, dall'interno dei partiti politici, anche a sinistra, dichiarano di lavorare in questa direzione - di essere disponibili anche a scelte di rottura con aspetti della propria identità e con gruppi dirigenti dai quali non possono che promanare scelte di conservazione e non di progresso. Sono il ribadire ed il dare testimonianza anche di questi aspetti di «rivoluzione» individuale e collettiva che possono determinare peso e incisività nello schieramento progressista. Sul piano dei contenuti programmatici occor-

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