Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 46/47 - nov./dic. 1993

D l.L BIANCO. ~ILROSSO iiiiiil•P UnPoloperlariforma dellepolitichesociali di Ermanno Gorrieri er «schieramento progressista», o per «polo riformatore, non intendiamo la vecchia stra- p da dell'unità delle sinistre, estranea alla tradizione politica da cui proveniamo e comunque oggi non percorribile. Né tantomeno la vecchia logica degli schieramenti, definiti sulla base delle collocazioni ideologiche e delle appartenenze partitiche. Nella realtà del sistema elettorale maggioritario e nella prospettiva della democrazia dell'alternanza, riteniamo che le nuove aggregazioni debbano determinarsi sulla base dei programmi. Ma la credibilità dei programmi non può disgiungersi dalle forze sociali e politiche che concorrono alla loro definizione, vi si riconoscono e s'impegnano a realizzarli. Lo schieramento progressista non è una realtà predeterminata e già esistente. Va costruito verificando appunto la possibilità di una convergenza politico-programmatica, nell'ambito di un arco di forze che abbiano un comune orientamento riformatore e che possano candidarsi in modo credibile al governo della nuova Italia. Queste forze noi riteniamo che si trovino al1'internei dell'area politica che va, per intenderci, dalla Dc di Lavarone al Pds, passando per le espressioni autentiche del riformismo socialista, le correnti «liberal» della cultura laica, l'ambientalismo non fondamentalista e aderenti alla Rete liberati dalla tentazione del massimalismo. Non abbiamo quindi scelto di dare vita ad un nuovo partito, ma di puntare alla creazione di una «componente» che sia in grado di contribuire alla realizzazione di uno schieramento di forze politiche progressiste. Pertanto, in coerenza col significato del referendum elettorale, non intendiamo inserirci nella corsa verso una formazione centrista. 12 Tale componente abbiamo sinteticamente definito «Cristiano-Sociali». Anche se in linea di principio l'operare politico dei credenti deve esplicarsi sulla base di scelte individuali, riteniamo che il radicamento storico, la rilevanza delle esperienze e la ricchezza culturale della presenza dei cattolici italiani nel sociale non debbano andare dispersi, ma richiedano una proiezione anche sul terreno propriamente politico. La nostra iniziativa assume pienamente la dimensione della aconfessionalità e della laicità della politica ed è aperta al confronto e all'incontro con altri movimenti analogamente radicati nel sociale, sia di credenti che di non credenti. L'identità del soggetto politico a cui intendiamo dare vita trova come fattori decisivi il richiamo ai valori, alla tradizione e alle esperienze dell'impegno sociale dei cattolici, oltre alla scelta di collocarci nel!' ambito dello schieramento progressita. Ma non meno essenziali sono, tuttavia, le scelte politico-programmatiche sulle gravi questioni che caratterizzano questa nostra epoca di svolta, sia sul piano nazionale che su quello mondiale. In coerenza con le premesse da cui partiamo, riteniamo di dover concentrare sui temi delle politiche sociali l'apporto che intendiamo dare all'elaborazione programmatica dello schieramento riformatore. A questo proposito giudichiamo condizioni imprescindibili per il rilancio delle politiche sociali la moralizzazione della vita pubblica, il rinnovamento del sistema politico-istituzionale, la riforma autonomistica dello Stato, la modernizzazione della pubblica amministrazione, il rispetto delle compatibilità finanziarie. Sono per noi indisgiungibili riforma sociale e riforma democratica.

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