D!LBIANCO ~ILROSSO iii•iillt;i necessità di un piano contro la dispersione e l'evasione scolastica (fortissima in Italia e correlata, come è noto, ad un pericoloso drop-out sociale), sulla revisione del sistema di formazione professionale, dell'istruzione secondaria e postsecondaria nella direzione di un sistema formativo integrato e più obiettivamente legato alle esigenze del m.ondo del lavoro sul territorio, sul1' autonomia delle istruzioni scolastiche. Nella Finanziaria, di quell'accordo è presente solo qualche eco nel provvedimento sull' autonomia scolastica, da noi fortemente richiesto, ma che per il contesto in cui è inserito (una legge funzionale ai tagli di spesa) induce non poche perplessità sulle vere intenzioni del governo. Il pericolo è che, incapaci di assumere un vero governo del personale funzionale ad un' offerta formativa più ricca e legata alle esigenze concrete del territorio, si decentrino le contraddizioni, illudendosi che un po' di potere ai presidi per lo più mal reclutati, serva a far risparmiare e a far funzionare meglio la scuola. La strada di irrobustire l'autonomia didattica, organizzativa e gestionale delle scuole è un percorso necessario, ma proprio perché i rischi di frantumazione (20.000 scuole), di pesante e non controllata differenziazione della qualità dell'offerta sono reali, l'autonomia delle scuole deve essere accompagnata da un decentramento dei poteri dell'Amministrazione, in modo che a livello provinciale, e per alcune materie anche a livello regionale, si sviluppi un'azione di governo, di controllo e di compensazione e la stessa gestione del personale sia spostata a livello periferico (provinciale), attraverso nuovi criteri di determinazione degli organici, accorpamento 8 delle classi di concorso riconversioni professionali, per un utilizzo più mirato delle riforme professionali verso obiettivi di qualità. Il famigerato problema degli esuberi, sul quale si esercitano di volta in volta economisti e giornalisti, dando numeri al lotto, considerato che fino ad ora nella scuola non è mai esistito docente che non avesse una cattedra, è soprattutto un problema di governo della rete scolastica, da un lato, e di governo del personale, dall'altro; vista l'articolazione delle discipline e l'articolazione stessa delle istituzioni scolastiche sul territorio, è a livello decentrato che, definiti gli obiettivi qualitativi (lotta alla dispersione, prevenzione, innalzamento dell'obbligo, post-secondario) anche attraverso il coinvolgimento degli Enti Locali e delle forze sociali, si può operare dentro parametri certi, definiti nazionalmente, per una razionalizzazione che non significhi solo tagli e tagliuzzi. In questa direzione si muove la nostra linea strategica sul rinnovo contrattuale, imperniata sulla costruzione di un vero spazio di contrattazione a livello provinciale. Il provvedimento sull'autonomia incluso nella Finanziaria, che dovrà essere normato attraverso un regolamento attuativo, oggi rappresenta una opportunità, più che una certezza, che si vada in questa direzione. In questo senso si dovrà svi1uppare tutta la forza di pressione e di proposta del sindacalismo confederale: razionalizzare e ristrutturare non può significare ridurre le prestazioni di un servizio pubblico come la scuola alla persona, specialmente in una fase storica in cui l'investimento nella formazione e nella ricerca più che mai assume rilevanza strategica per il Paese.
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