suto civile e democratico, e ciò con un programma governativo preciso di sviluppo dell'artigianato, del turismo, dell'agro-industria, settore in particolare quest'ultimo, in cui si abbatte invece la scure dell'assurdo aumento degli oneri sociali di un Governo tecnico-contabile, preoccupato soltanto di far quadrare i conti. Sì al calo negli interessi per dar fiato agli investimenti produttivi ed all'occupazione: ma sì alla redistribuzione del reddito nella prospettiva del massimo di uguaglianza possibile e all'equità fiscale, con la lotta all'evasione ed all'elusione, e con l'abbassamento urgente della pressione fiscale sui cittadini meno abbienti, non solo per la loro vivibilità, ma anche per la ripresa dei consumi con il conseguente circuito virtuoso che ciò può determinare per l'incremento della produzione e dell'occupazione. Tutto ciò, perché il cuore delle politiche sociali è la famiglia, il primo nucleo della società, che ha quindi un ruolo ineludibile di umanizzazione della società, e con esso il lavoro, come strumento per costruire una vita familiare serena; della famiglia e del lavoro la galoppante cultura neoliberista mette concretamente in discussione il diritto, minando così alle basi la coscienza nazionale e la struttura costituzionale dello Stato. Dichiariamo, da questa nostra Costituente piena e convinta solidarietà agli obiettivi della maestosa manifestazione dei pensionati che si sta svolgendo qui a Romauniamo la nostra alla loro voce che reclama Stato sociale, sviluppo ed occupazione, sulla questione del lavoro e con essa sulle correlate questioni della casa e della salute, operiamo per una trasversalità positiva che indica sulle politiche e sulle forze che vogliono rappresentare il polo progressista intimamente connessa alla questione sociale va pensata la formazione e l'istruzione per una cultura della vita contro la cultura di morte dei conservatori, dei leghisti e della criminalità organizzata, che fa arretrare l'area della sanità, del lavoro, degli emarginati. Noi non dimenticheremo, insieme ai giudici ed alle persone della tante Dl.L BIANCO ~ILROSSO • •X•t-'ffl • i ;J scorte martiri della giustizia, Padre Pugliesi martire della carità; lo vogliamo imitare nel dimostrare alle persone che è possibile avere un sogno: quello che è possibile uscire da un inutile senso di sfiducia nelle istituzioni e iniziare a reclamare i propri diritti negati nella responsabilità e nella solidarietà positiva e improcastinabile la sollecitazione al protagonismo dei cristiani impegnati nel sociale i quali già operano in coerenza con il vangelo e il Magistero sociale della Chiesa - per dare voce e peso politico alle tematiche sociali, percorrendo una strada di laicità, piuttosto che quella litigiosa, inconcludente, paludosa ed insignificante delle definizioni. Per questo siamo un soggetto politico specifico ed autonomo. Al Sud come in tutti i paesi, finora hanno prevalso e rischiamo che prevalgano i clan, il familismo, il clientelismo, gli accordi elettorali di potere incrociati: noi operiamo per ritrovarci tra perso52 ne che si riconoscono nell'etica e nella prassi della responsabilità e della solidarietà sociali con criteri selettivi a livello di programmi e di persone. Lavoro, casa, salute: tutti diritti umani da difendere e da promuovere oltre le logiche delle frontiere nazionali e statali; diritti dei disoccupati, delle donne, dei giovani, degli anziani, degli emargianti, dei terzomondiali. È questb il contributo specifico, essenziale e necessario che i Cristiano Sociali portano nello schieramento progressista. La crisi ha interpellato ed interpella anche noi laici cristiani; essa si fa sentire dentro di noi mette in crisi gli stereotipi cieli'appartenenza partitica e ci stimola a ricercare e definire nuove modalità storiche per una incisiva presenza dei cattolici sulla vita del Paese. C'è sempre una luce in fondo al tunnel: l'importante è saperla trovare. Grazie, Ermanno, a te e a quei primi amici che consultasti per aver donato alla nostra mente ed al nostro cuore la proposta di un movimento politico, non un partito, per costruire una nuova aggregazione democratica e riformatrice nel più ampio schieramento progressista, dove sia componente costitutiva la ricchezza dei valori, delle sensibilità e delle esperienze della tradizione del cattolicesimo sociale, oltre che democratico, che altri, condizionati dal particolare, hanno da tempo smarrito, ma che con noi possano riprendere ed attualizzare. Grazie, perché, nonostante la modestia delle nostre risorse organizzative, ci convochi per avviare un processo di costruzione reale ed organica dell'identità nazionale che accoglie e valorizza le diversità, attraverso il metodo della democrazia tendenzialmente bipolare dell'alternanza, per realizzare - il che è il fine della politica come la più alta espressione della carità - quel bene comune di cui tutti parlano, ma che per te e per tutti noi è la sommatoria compromessa di vari interessi, ma è il ben-essere della società ed in essa di tutto l'uomo e di tutti gli uomini, soprattutto i più bisognosi e meno garantiti, cioè gli ultimi, dai quali dobbiamo e vogliamo ripartire.
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