culturale, ma sempre tenutasi ai margini della vecchia politica caratterizzata dalla predominanza prevaricatrice dei partiti e della pratica clientelare. Poi a queste componenti iniziali si sono affiancati leader e gruppi politici provenienti da varie formazioni della sinistra, ma soprattutto dal Psi in frantumi. 01.LBIANCO ~ILROSSO f u•~ii i a ;J Un fatto indispensabile ed arricchente nella prospettiva della «lobby» ma con quali effetti rispetto alla costituzione «soggetto politico»? Vi è il rischio reale che gli obiettivi ed i tempi di chi fa politica da anni ed è attento ed interno ai processi di scomposizione e ricomposizione dell'attuale quadro politico, prevarichino sulle esigenze ed i ritmi di chi opera soprattutto nel civile. Il futuro dei «Cristiano Sociali», almeno per quanto riguarda gli adisti che vi sono impegnati, dipende dal tipo di risposta che la Costituente darà a questi interrogativi. Perunliberopluralismo trai laicicristiani L a politica oggi ha bisogno di profondo rinnovamento: di mentalità, di cultura, di comportamento, di prassi, di regole, di persone. È un rinnovamento al quale non possiamo rinunciare. E siamo consapevoli che la grave crisi sociale, politica, economica ed industriale ha la sua profonda radice anche nella questione morale: è questione nazionale profonda ed esige quindi soluzioni radicali. Di fronte al modo di far politica onnipervasiva del sistema partitocratico, come rapporto di sudditanza intrecciato a sistemi illegali (vedi il rapporto politica-affari-mafia), che spesso vanificano, quando non inquinano, i poteri dello Stato: e di fronte al cercarsi, riconoscersi e ricompattarsi in modo più o meno appariscente delle forze della conservazione, composta da vecchi falsi profeti, che cambiano il pelo, per sembrare agnelli, ma non il vizio, e quindi restano lupi, nonché da nuovi falsi profeti, che gridano proposte oscene e nefaste contrarie ai più elementari principi della convivenza civile e sociale. Condividiamo ed accogliamo la di Gino Vecchio proposta politico-programmatica dei «Cristiano Sociali. Una presenza nello schieramento progressista». Essa introduce una cultura politica eticamente e socialmente radicata ed una presènza di luce nel confuso panorama politico italiano; dà vitali motivi di fiducia e di speranza ai cittadini ed offre prospettive responsabili e solidali di crescita alle istituzioni democratiche del nostro Stato nella sua dimensione unitaria. Di fondamentale importanza è il filo conduttore del Manifesto. In questo contesto di crisi ribadiamo l'autonomia delle realtà temporali da ordinare secondo il progetto di Dio e quindi il libero pluralismo delle opzioni politiche dei laici cristiani; per questo affermiamo che non è vero che il mondo cattolico debba stare unito nel centro fittizio o a destra: noi abbiamo scelto di essere una presenza pluralista progressista. Inoltre il Manifesto propone al Paese la vera novità dello scenario sociale e politico: laici e cattolici si aggregano non solo ormai sui diritti civili e politici, ma ora anche sui diritti sociali, sulle politiche sociali viste e riposizionate come politiche di sviluppo, inse51 rite in un contesto internazionale e che riguardano tutto il Paese, anche se in modi e intensità diversi da Nord a Sud, suscettibili quindi di strategie diverse di intervento, ma nella convinzione che il Paese non crescerà se non insieme. Le politiche sociali come politiche di sviluppo sono la strada maestra per far uscire i problemi del Sud dalla situazione attuale che appare senza sbocchi. Le lagnanze circa il divario NordSud non appassionano più nessuno; pertanto urge una nuova soggettualità, interpretata da soggetti che vogliono governare i processi per la vivibilità, lo sviluppo e l'occupazione, tenendo conto della modernità senza trascurare la tradizione. Circa le prospettive economico produttive, riteniamo necessari gli sforzi sulle grandi imprese, risolvendo però contestualmente i problemi culturali (il rischio) e tecnici (le innovazioni tecnologiche e i servizi alle imprese) dell'imprenditoria locale; ma in particolare far convergere il massimo degli investimenti possibili sulle medie e piccole imprese, meno appetibili e più refrattarie alle infiltrazioni mafiose e criminali e per altro costitutive del tes-
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