Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 45 - ottobre 1993

la situazione e per delineare prospettive convincenti. I grandi cambiamenti hanno eroso anche alla radice la solidarietà del lavoro che per oltre un secolo ha rappresentato il modello prioritario di solidarietà. Una qualunque prospettiva politica, soprattutto se nasce dal nostro ambiente, deve avere di mira un nuovo paradigma di solidarietà, una nuova etica sociale diffusa, che è tutta da costruire. Questo paradigma dovrebbe fondarsi su alcuni presupposti: - una nuova concezione del lavoro, non più mitica, legata alla condizione o come forza produttiva, ma come espressione della persona umana e possibilità di partecipazione a determinare modi e fini della produzione (contro un'idea diffusa anche a sinistra della perdita di valore del lavoro); - un'etica sociale allargata che comprenda aspetti nuovi sinora trascurati. Penso ai grandi apporti che sono venuti dal femminismo, dall'ambientalismo, dal volontariato, ma anche alla necessità di una forte etica pubblica, di un'etica multiculturale, e così via. - una rinnovata capacità di critica dell'economia, che deve superare la critica materialistica di ieri (trasformatasi presto in un economicismo meccanico) ed anche evitare l'abitudine cattolica alla pura critica ideale, per diventare critica etico-pratica della economia; - in un mondo fortemente individualizzato dove decadono pertanto le organizzazioni di massa, le nuove associazioni devono diventare reti di supporto alla formazione, coscientizzazione ed azione della persone. Occorre puntare non più sul militante, ma su un ideale di «persona sociale» che dobbiamo progressivamente realizzare nella pratica. Mi sembrano questi alcuni importanti filoni da perseguire se intendiamo avviare un'esperienza politica nuova, che ha alle sue spalle e come riferimento il mondo del lavoro, l'esperienza sociale, la dimensione del rapporto con la gente. In altri termini: c'è sì la questione D!LBIANCO ~ILROSSO • •X•i-I1#J a ; 1 morale (il non rubare), ma c'è molto di più di una questione etica (avere un'etica sociale diffusa ali'altezza della nuova situazione). Non possiamo però pensare di lavorare tranquilli per un lavoro di lunga lena, che richiederà molti anni, mentre dagli avvenimenti politici prossimi si possono determinare le scelte vere che riguardano il Nord e il Sud, l'occupazione, il futuro dello Stato Sociale, chi paga il debito pubblico, i privilegi di classi sociali come i commercianti o i professionisti, l'esclusione dei celi più poveri, tra cui gli anziani. Dietro alle futu_reelezioni, ai discorsi istituzionali, alle ipotesi di federalismo stanno questi problemi reali di milioni e milioni di persone, in altre parole possibilità di un futuro per tutti, o invece solo per una parte della popolazione italiana. 44 È urgente dunque il nostro impegno perché oggi si gioca la partita. Vorrei concludere con un breve cenno alla questione cattolica. Due fattori mi fanno propendere per la nostra scelta. I cattolici sono già dispersi in varie forze politiche, alcune, come la Rete o i Popolari, promosse con la loro iniziativa. A Milano il primo partito cattolico è sicuramente la Lega che ha preso il 40% dei voti contro il 9,5% della Democrazia Cristiana. La tensione unitiva va bene. Ma sarebbe un errore privilegiare unità formali o pregiudiziali, che frenano il vero ed essenziale imperativo del momento, quello di riuscire nella realtà storica concreta a far emergere risposte che siano eticamente significative, ma anche politicamente rilevanti. Esso non è un dato a priori; il giudizio si può dare solo a posteriori (ed a riguardo il nostro giudizio su quello che è stato il partito dei cattolici è chiaramente di insufficienza). Sui richiami all'unità ha pesato inoltre, per tanto tempo l'aspirazione ad una nuova cristianità e pesa, un più modesto e recente assunto, della Chiesa portatrice di valori in un mondo che ne è sempre più privo. Ma se non ci si ferma al proprio ristretto ambiente, ma si guarda alla ben più vasta realtà della società di oggi è facile comprendere come la possibilità di una nuova etica sociale - che oggi si pone a livello mondiale - non può essere solo espressione di una fede, di un partito, di una corrente, di un'area. Non abbiamo più di fronte il «dialogo» tra forze ideologiche compatte come una volta, ma l'elaborazione di una nuova visione etico-politica che vede un po' tutti alla pari nella ricerca. Essa non può che essere l'incontro di diverse formazioni unite tra loro da questa ricerca e che si stimolano a vicenda modificandosi nel corso dell'esperienza. Noi siamo una di queste formazioni e desideriamo offrire le nostre forze per questa avventura che ci sembra degna della nobilità e della vitalità della tradizione che umilmente rappresentiamo.

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