il mercato, né l'organizzazione tradizionale del Welfare. Sempre più dovremo prevedere dei sistemi a rete, dove c'è un convergere di interventi da parte del pubblico, del terzo sistema (volontariato, associazionismo, cooperazione sociale) dei cittadini, delle famiglie, della comunità locale. Abbiamo dei passaggi concreti con cui verificare questo indirizzo: la riforma dell'assistenza; l'integrazione sociale-sanitaria; il risanamento dei quartieri; il sostegno alla micro e pieD!LBIANCO a-L.ILROSSO • •n}.i§t, a ;J cola impresa; la formazione all'imprenditorialità; la promozione di interventi economici ed urbanistici sui temi ambientali; lo sviluppo di nuovi impegni sul piano della pace e del rapporto Nord-Sud. Dalla mia esperienza di impegno nel volontariato porlo dentro i Cristiano Sociali il continuo tentativo di ancorarsi a Ire dimensioni che nella politica non devono mancare: la territorialità, la socialità, l'interdipendenza. Non sarò pertanto disponibile ad un lavoro politico che concentra tutto in mano a pochi leader e che relega il resto dei partecipanti a tifosi che applaudono o a utenti che aspettano passivamente soluzioni e servizi. All'inizio, quando nasce un movimento politico, almeno due ingredienti non possono mancare: la chiarezza e l'entusiasmo. Sul piano della chiarezza n documento costituente ci aiuta molto, l'entusiasmo avverrà con la coerenza che sapremo dimostrare sul territorio. Chisiamo.Dovesiamo. Insieme.Perfarechecosa? oglio dirvi, brevemente, V solo Ire cose. La prima è: chi siamo, almeno dal mio punto di vista. Noi siamo persone, uomini e donne, impegnati da anni, qualcuno da decenni, dalla parie di chi nella nostra società sia peggio: di chi è più povero, più debole, più esposto al rischio dell'emarginazione. Attraverso il sindacato, la cooperazione, il volontariato, l'associazionismo sociale e culturale, questi larghi strati della nostra società si battono quotidianamente per vedersi riconoscere gli elementari diritti di cittadinanza: il lavoro, la casa, l'assistenza sanitaria, la pensione, l'istruzione ... Ebbene, da alcuni anni, noi abbiamo fatto l'esperienza che questi diritti non possono essere efficacemente tutelati se la democrazia non funziona, se le istituzioni sono in di Giorgio Tonini panne, se lo Stato non è la casa di tutti. È nata da qui, da queste motivazioni, da questa esperienza, per molti di noi, la battaglia per il rinnovamento delle regole del gioco democratico, per riforme elettorali ed istituzionali che consentissero l'affermarsi, anche in Italia, della democrazia dell'alternanza. La seconda cosa che vorrei dirvi è come vedo lo scenario politico che ci si para davanti. Sinteticamente, mi pare si possa dire che siamo nel mezzo della crisi delle speranze che il movimento referendario aveva saputo suscitare. Speranze che riguardavano non solo la definizione di regole, ma anche di schieramenti politici davvero nuovi, da democrazia dell'alternanza. La relazione con la quale Mario Segni aveva lancialo il 10 ottobre di un anno fa, il movimento dei «Popolari per la Riforma» era stata, di quelle speranze, la 41 sintesi politica più alta e matura. Cambiale le regole, si diceva, nessuno dei vecchi partiti potrà sopravvivere e lo scenario politico italiano risulterà polarizzato Ira la trasversalità leghista, legata ai valori dell'individualismo egoistico, e la trasversalità di una grande alleanza Ira cattolici democratici, laici riformisti, ambientalisti e sinistra democratica, liberati dalle gabbie delle vecchie appartenenze di partito. A distanza di un anno dobbiamo ammettere (almeno quelli Ira noi che, come me, su quella speranza avevano scommesso) che quello scenario politico non si è realizzato. Per un verso, la Lega non ha saputo porsi come punto di coagulo dei ceti moderali, ma ha finito per assumere, almeno sul piano nazionale, il profilo di un movimento estremistico, non privo di tendenze eversive. Sull'altro versante, il campo dell'Alleanza è rimasto ingombro dal-
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