Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 45 - ottobre 1993

{)!LBIANCO ~ILROSSO • 111 )-1§•1 a ;J Unagranderiserva dienergie diprogrammi E siste in Italia tutto un mondo d'ispirazione cristiana variamente impegnato in attività sociali; una realtà diffusa e radicata nel territorio, in contatto con i problemi della vita quotidiana della gente. È una grande riserva di energie animate da spirito di servizio e di solidarietà. Ci proponiamo di sensibilizzare questo mondo sulla gravità della situazione e di portarlo ad impegnarsi anche sul terreno più specificamente politico. Non intendiamo costituire un partito, ma vogliamo essere una delle componenti che dovranno associarsi con altre per formare uno schieramento progressista, che, nella logica della democrazia dell'alternanza, si proponga per il governo del Paese, con un programma comune e con candidati comuni. Nello schieramento progressista porteremo la tensione verso il massimo possibile di uguaglianza fra le persone, i ceti sociali, i popoli del mondo. Ma perseguiremo questo obiettivo nel quadro dell'economia di mercato, con il superamento di ogni residuo di vecchie culture populiste e assistenzialiste. Abbiamo scelto di verificare la possibilità di dialogo con altre forze sulla base delle cose da fare; perciò la nostra proposta politica è accompagnata dall'indicazione delle linee essenziali di un programma di politica sociale, ispirata a criteri di efficienza e solidarietà. Se questi sono, in estrema sintesi, i connotati e gli obiettivi della nostra iniziativa, è opportuno rilevare che essa nasce soprattutto perché il cammino verso la democrazia dell'alternanza di Ermanno Gorrieri e soprattutto verso un effettivo e radicale rinnovamento del sistema politico e della sua classe dirigente procede con lentezze e difficoltà superiori alle speranze e alle previsioni. Il processo di scomposizione dei vecchi partiti non è avvenuto. La Democrazia cristiana, nella quale sono state sempre presenti almeno due anime, si mantiene ancora unita, benché siano cadute le ragioni che tale unità potevano giustificare in passato. Il Pds - pur lacerato da posizioni diverse al suo interno, dall'incapacità di decidere definitivamente fra la scelta dell'unità delle sinistre e quella della disponibilità a partecipare ad un'allenza di sinistra-centro capace di candidarsi al governo - resta comunque un partito fortemente strutturato e affidatoad un apparato che, rispetto a prima, è solo ridotto di numero. Noi scegliamo esplicitamente di collocarci in uno schieramento progressita, di cui vogliamo favorire la nascita. Uno schieramento che, in presenza di un sistema elettorale basato su collegi in cui vince chi ha più voti, non può nascere senza il Pds. Ma da questa constatazione derivano due esigenze. La prima è che il Pds faccia non solo una scelta inequivoca in relazione al suo rapporto con Rifondazione çomunista, ma acceleri il processo di revisione della sua cultura, con l'abbandono della prassi di sposare tutte le rivendicazioni di una società profondamente corporativizzata e pervasa dalla cultura dell'egoismo; che, in una parola, acquisisca una cultura di governo. La seconda esigenza è che il Pds sia, per così dire, costretto a fare i conti con un interlocutore di pari consisten37 za, sia sul piano culturale che su quello della rappresentatività e dei consensi. Al formarsi di questo interlocutore noi vogliamo dare il nostro contributo; ma non proponendoci come polo di aggregazione, intorno al quale altri dovrebbero convergere. Ci definiamo, al contrario, «componente» - anzi «una delle componenti» - di un'aggregazione più ampia, nella quale possano associarsi forze diverse, accomunate dalla volontà di rilanciare, con uomini nuovi, il patrimonio culturale della liberal-democrazia, del riformismo socialista, del cattolicesimo democratico, dell'ambientalismonon fondamentalista. Ovviamente, questa aggregazione non può essere una semplice alleanza contingente, ma deve trovare un alto tasso di omogeneità, lavorando all'elaborazione di un programma comune, da mettere a confronto con le posizioni del Pds. Per quanto ci riguarda, abbiamo compiuto un primo passo, proponendo, col nostro documento, alcune linee essenziali di un programma di politica sociale; lo utilizzeremo come base di discussione e di verifica, che vogliamo svolgere prima di tutto al nostro interno: cioè con quelle persone impegnate nel sociale, che sono la nostra base di riferimento. Impiegheremo, quindi, la prima fase del nostro lavoro per confrontarci in modo più approfondito e sistematico con le realtà, diffuse e radicate nel territorio, che presumiamo possano convenire con la nostra iniziativa. Dopo di che potremmo aprire il dialogo con quelle che possono essere altre componenti dello schieramento progressista.

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