cuore al volontariato cattolico, all'universo giovanile cattolico democratico e progressista. È, paradossale che proprio il grande combattente per il sistema uninominale, dopo essersi battuto per arrivare attraverso la riforma elettorale ad un sistema politico bipolare se non bipartitico, riscopra il centro. Ma il centro non esiste. Non esiste come categoria politica, perché traeva legittimazione e consenso quando si poneva come terza forza tra destra fascista e sinistra comunista, negli anni della guerra fredda. Dal centro sono fuoriuscite le tentazioni consociative; il centro evoca la prassi della contrattazione politica, della mediazione. Sul piano etico-politico, per i cattoIici, dopo il Concilio, il centro non esiste perché come diceva Rodomiro Tomie, «tra giustizia e ingiustizia non esiste il centro». Perché anche il magistero ha maturato la scelta, necessariamente obbligante, preferenziale, per i poveri. Il Centro, va cercato, certo, per governare, per ottenere il consenso, la maggioranza, ma partendo da una posizione precisa: conservatori o progressisti. Dunque gettiamo uno sguardo al1a' rca progressista che come cristiano sociali ci interessa. Lo scenario non è confortante. Qui o si ricomincia tutti daccapo mettendo al centro del piatto il patrimonio di risorse di contenuti, di idee, di persone, e ognuno porta tutto quello che ha e si dichiara che l'epoca del trasversalismo, che pure ha avuto il suo effetto dirompente è terminata, oppure assisteremo a una progressiva messa all'angolo della sinistra e della sua capacità di rappresentarsi come forza alternativa di governo. In questo contesto si colloca l'iniziativa dei Cristiano Sociali. Una pausa di riflessione sulle prospettive della sinistra in Italia. Quasi un minuto di silenzio, prima di capire, con chi, con quali materiali, per quali obiettivi ricostruire la sinistra. {)!LBIANCO ~IL ROSSO 111,~•M-s, ;J I Cristiano Sociali dunque non saranno una bandierina da agitare in più. Una nuova formula dai confini incerti, o una zattera per scappare da Jurassic park. Ma una presenza popolare, all'interno dell'area progressista, che mette in chiaro subito contenuti, interlocutori, obiettivi, e qualità del proprio contributo portando al centro della politica una importante riserva elica della no36 stra democrazia. Chi siamo? Da dove veniamo? Chi può guardare con interesse a questo progetto? Associazionismo grande e piccolo, il volontariato non convenzionato (Caritas, Cnca, Zancan ... ), le riviste, i gruppi locali, le famiglie affidatarie, le comunità di base, i sindacali, ecc. Esperienze di testimonianza, di servizio, di gratuità, di generosità che non hanno pari nel vissuto di questo Paese, che non si interessano al balletto delle formule, ma costruiscono nel quotidiano quella solidarietà che non è una parola vuota usata ormai da tutti ma che è un progetto preciso con destinatari ben definiti. In questo senso i Cristiano Sociali rappresentano un contributo specifico, addirittura programmatico, all'interno del polo progressista, che rimette in qualche modo in discussione tutta questa area, ina anche una risposta urgente e necessaria. Risposta di governo dei problemi, al disagio sociale che è sempre più vasto e profondo nel nostro Paese, e che chiede di essere rappresentalo concretamente con idee e contenuti. Scomporre per ricomporre su progetti. Perché noi parliamo da una grande certezza da una grande evidenza; la domanda di giustizia rimane, la domanda di giustizia degli esclusi, ma anche della casalinga solidale, dell'obiettore, dei genitori affidatari, del disoccupato che non si da pace ... è questa domanda di giustizia la vera alternativa al popolo di Bossi. Una domanda di giustizia che ha trovalo troppe risposte sbagliate, dall'assistenzialismo, al populismo demagogico, fino alla truffa efficientisla stile De Lorenzo. È la domanda che si pone il popolo della sinistra quotidiana, quella feriale, non fine a se stessa, il popolo della sinistra dei valori. Il non trovare presto una risposta concreta a questa domanda può farne smarrire il senso, può far pensare che non esista più un'idea comune di giustizia per cui valga la pena di impegnarsi.
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