{)!LBIANCO "-'L.ILROSSO • 111 sm•a ;J Linee ssenzialiperl'elaborazione diunprogrammadipoliticasociale Questi primi orientamenti costituiscono un contributo al lavoro collettivo per la messa a punto di una piattaforma programmatica. I. Nell'orizzonte storico attuale non esistono alternative all'economia di mercato. Non ci sono «terze vie». Le nostalgie per un comunismo rifondato hanno l'effetto di sterilizzare - dirottandoli fuori dalla partecipazione a costruttivi processi riformatori e di governo - i sentimenti, le aspirazioni la carica innovatrice di milioni di lavoratori. Ciò non significa accettare acriticamente il capitalismo e i suoi valori: dal profitto come unico criterio dell'economia alla cultura materialistica indotta dal produttivismo e dal consumismo. Spella allo Stato definire le regole del mercato, salvaguardare la concorrenza, impedire attività incompatibili con la qualità della vita, orientare lo sviluppo in funzione del benessere collettivo: ciò senza mortificare - anzi incentivando - lo spirito imprendilivo, il dinamismo, la capacità di innovazione e di adattamento ali'evolversi del mercato. Creare ricchezza, unitamente al contenimento degli eccessi consumistici, é la premessa per disporre dei mezzi da destinare al benessere, materiale e immateriale, dei cittadini e alla solidarietà verso il Sud del mondo. Non si può distribuire ciò che non si produce. 2. Il dinamismo economico si realizza anche nel continuo processo di nascila e morte di aziende e nella conseguente mobilità del lavoro. Fanno parie di una cultura da superare le pratiche assislenzialistiche, che non si esprimono solo nella concessione clientelare di pensioni, ma anche nell'uso improprio della Cassa integrazione e dei prepensionamenti e nei salvataggi di aziende fuori mercato. Tali pratiche distruggono ricchezza, sottraendola ag1i investimenti per lo sviluppo e agli impieghi socialmente utili. Una politica per l'espansione dell'occupazione e un equo sistema di trattamenti di disoccupazione debbono tutelare lutti coloro che perdono il lavoro, indipendentemente dalla dimensione dell'azienda e al di là della logica del mero contenimento del conflitto sociale. Del resto, all'incessante evolversi della tecnologia e del mercato, al mutare e al diversificarsi della domanda di profili professionali si accompagna l'aspirazione, specie nelle donne e nelle giovani generazioni, alla flessibilizzazione dei percorsi lavorativi e degli stessi progetti di vita, con tendenziale superamento del tradizionale modello standardizzalo di lavoro. Dinamismo economico e dinamismo sociale sono obiettivi complementari da perseguire. 3. L'Italia necessita di un forte recupero di efficienza. Non solo per garantire la competitività delle nostre produzioni, ma soprattutto per uscire dal degrado della nostra organizzazione sociale, con cui imprese e cittadini si scontrano ogni giorno. Ciò comporla un ripensamento radi30 cale del modo di essere e di funzionare dei servizi, ma esige anche la rivalutazione di parole come meritocrazia e competizione sociale. All'ideologia del garantismo, del livellamento e della mediocrità va contrapposta, in ogni campo, una cultura che riconosca, con incentivi morali e materiali, la capacità creativa, la disponibilità a rischiare, la professionalità e l'impegno nel lavoro. È inevitabile che ne conseguano disuguaglianze. Ma il problema non è di contrastarele disuguaglianze eque e funzionali, ma il sistema dei privilegi e delle rendite parassitarie. Realizzare un sistema di disuguaglianze eque e funzionali - eque, nel senso di dare a ciascuno ciò che merita; funzionali, nel senso di incentivare e premiare le attività più utili alla società - evitando nel contempo le sperequazioni ingiustificate, é operazione di grande difficoltà. Esige, da un lato, più efficaci strumenti repressivi contro l'abuso dei poteri corporativi e particolaristici e, dall'altro, la capacità di governare ponendo il bene comune al di sopra della ricerca ossessiva del consenso. L'intollerabile degrado del sistema pubblico grava soprattutto sulle spalle della povera genie: essa non ha i mezzi per ricorrere ai servizi privali; e spesso non ha né l'istruzione, né le conoscenze utili per districarsi nei meandri della burocrazia. L'efficienza nell'organizzazione del-
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