{)!LBIANCO ~ILROSSO iiiiiiliii Servizi:menosegreti epiùefficienti di Ennio Di Francesco arlare dei Servizi Segreti è sempre P delicato, talvolta pericoloso. Ma proprio grazie all'impegno di coraggiosi I I magistrati e giornalisti è iniziata '' quella verifica che ha portato un po' di luce su certe inquietanti degenerazioni ed infine al dibattito parlamentare per la loro riorganizzazione ... ». Così iniziava un mio articolo sull'Espresso, nel gennaio 1978! Così potrebbero iniziare queste considerazioni ... quindici anni dopo! Alcuni magistrati hanno accertato comportamenti a dir poco non ortodossi di «agenti segreti», ed i giornalisti (di cui ciclicamente si vorrebbe ridurre «l'eccessiva libertà») hanno fatto si che di ciò si parlasse. Lo sconcerto e lo sgomento della gente dinanzi ai recenti clamorosi arresti di alti funzionari del Sisde, da Contrada prima a Broccoletti e gli altri dopo, sono evidenti. La speranza è che si tratti di episodi meno gravi dell'apparenza, comunque circoscritti e non coinvolgenti nel loro complesso i «Servizi» sia sul piano della correttezza investigativa che della gestione finanziaria. Toccherà alla Magistratura dire l'ultima parola sulle responsabilità penali: tuttavia le inchieste avviate lasciano intravedere sin da ora complesse equivocità e disfunzioni. Ciò si aggiunge ad una constatazione comune di non brillante funzionalità circa l'apporto informativo che i «Servizi» avrebbero dovuto e dovrebbero dare alle forze di Polizia ed all'Autorità giudiziaria per sostenerne l'azione preventiva e repressiva di eventi pericolosi per la «sicurezza democratica». Se è ovvio che i «Servizi», per loro definizione «segreti», non usano strombazzare attentati sventati o rivendicare operazioni da essi stimola13 te ma concluse da altri Organismi operativi, è altrettanto vero che dal '69 ad oggi non c'è una sola strage (piazza della Loggia, piazza Fontana, Italicus, stazione di Bologna, Ustica ... ) che sia stata scoperta o in cui il loro contributo di «intelligence» si stato utile. Anzi è giudiziariamente dimostrato che in diverse indagini esso è stato orientato più a depistare che ad aiutare i magistrati inquirenti (si pensi a quanto emerso per le stragi di Peteano, della stazione di Bologna, del treno di Natale '84... ). Ed intanto ancora a Roma, Firenze, Milano... continuano ad esplodere bombe distruttive e stragiste. Questo quadro non rassicurante ha spinto il «Comitato parlamentare per i Servizi di informazione e di sicurezza e per il segreto di Stato» a chiedere in una preoccupata relazione consegnata dal senatore Pecchioli il 3 agosto ai presidenti del Senato e della Camera, Spadolini e Napolitano, nonché al Capo del Governo Ciampi, un dibattito «non più rinviabile» per una prospettiva di riforma capace di assicurare efficienza, credibilità e trasparenza a queste delicate articolazioni dello Stato. I mutamenti che stanno avvenendo nella società civile e che si tradurranno in nuovi assetti politici ed istituzionali devono infatti realizzarsi in un quadro di assoluta sicurezza democratica che possa garantire il libero sviluppo del confronto politico. In questo senso i «Servizi» dovrebbero essere l'osservatorio più avanzato ed intelligente per comprendere, analizzare, prevedere e prevenire ogni velleità di turbative violente, destabilizzanti, reazionarie, comunque intimidatrici della volontà popolare. Un lavoro tanto più delicato e difficile nell'attuale scenario di radicali e contraddittori sconvolgimenti internazionali,
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