{'~BIANCO ~ILROSSO iiikiiliii marmellata di Tangentopoli. Il Prontuario terapeutico viene giustiziato sul posto e dalla Commissione unica del farmaco vengono cacciati i membri «compromessi» ed inseriti gli ayatollah delle teorie per cui le medicine sono inutili. Con la finanziaria per il 1994, la responsabile della sanità ha dovuto mettere le carte in tavola e proporre al Paese la sua linea, dopo aver distrutto quella dei predecessori. Sinceramente è difficile individuare un qualche senso nelle misure proposte. Negli ultimi anni, i governi che si sono succeduti hanno agito con grande confusione e con il torto di affrontare temi delicati nelle leggi finanziarie. Con l'aggravante di ministri come Donat Cattin e De Lorenzo, che tentavano sempre di dissociarsi e di dare la colpa al Tesoro e alla Presidenza del Consiglio. Una linea, per quanto contorta, poteva però essere individuata, giusta o sbagliata che fosse. I suoi capisaldi erano cosi riassumibili: a) eliminazione degli sprechi e degli abusi; b) collegamento al reddito per quanto riguarda le forme di compartecipazione alla spesa. Sullo sfondo faceva capolino la scelta minacciosa di spezzare un'universalità ormai divenuta troppo onerosa e di caricare sui più abbienti il compito di provvedere a se stessi e alle loro famiglie, per ·talune forme di assistenza, ricorrendo al mercato. Per quest'ultimo aspetto è bene ricordare che il ticket famigerato delle 85 mila lire per la medicina di base è stata, nella finanziaria 1993, una scelta di ripiegamento rispetto alla primitiva ipotesi di escludere i detentori di un reddito familiare di 40 milioni annui da quella tipologia di assistenza. Tornando alla questione degli sprechi, la lunga marcia della moralizzazione passa dalla eliminazione sostan10 ziale degli esenti per indigenza (vero ricettacolo degli evasori), dalla individuazione dei soli pensionati come esenti per reddito, fino ai «famigerati» bollini volti ad eliminare il fenomeno (largamente presente) della traslazione delle prescrizioni. Sul piano del collegamento tra criteri di compartecipazione e reddito vanno annoverati i numerari ticket imposti un po' su tutte le prestazioni (per alcune, in modo anche consistente). Si trattava comunque di una linea di condotta, condivisibile o meno, ma definita anche nelle sue prospettive future. E quella dell'on. Garavaglia? Riesce ad essere contemporaneamente più liberista e più spendacciona. La lista dei farmaci - a quanto si prevede - deve essere predisposta in modo da tagliare circa 7000 miliardi di spesa. Un notevole numero di medicine sarà messo totalmente a carico del cittadino, a prescindere dal suo reddito. La diagnostica e la specialistica saranno praticamente a carico dell'utente. Vengono invece esentati i bambini e gli anziani ultrasessantacinquenni, qualunque sia la loro condizione economica. Succede così che a qualche milione di pensionati, non certo facoltosi - quelli tra 55 e 65 anni - sarà tolta l'esenzione, mentre il sen. Agnelli potrà ritirare gratis le medicine contenute nella lista esibendo la carta d'identità. Si dirà, ed è vero, che in questo modo viene tolto di mezzo un costo amministrativo enorme come quello richiesto dal censimento reddituale degli italiani. Ma, di grazia, come intende la «ministra»porre rimedio alla rinata possibilità di traslazione delle prescrizioni? Ovvero al vizio di chiedere al nonnino del piano di sotto di fare la spesa farmaceutica anche per noi?
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