Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 43/44 - ago./set. 1993

DlLBIANCO Oil..ILROSSO iilkiil•ii L'accorddoel3 luglio: buono,conqualcheincognita di Gianni Italia ll'accordo triangolare del 3 luglio si è arri- A vati dopo un lunghissimo negoziato che ha visto scorrere tre Governi e attraversato una fase politica tra le più convulse della storia della Repubblica. Questo lungo iter, praticamente dal luglio del 1990, trova le sue ragioni nell'instabilità del quadro politico ma anc,he per una grave crisi di orientamento della Cgil. Le conclusioni del negoziato sono state approvate da una consultazione, che pur con limiti nelle modalità e nell'estensione settoriale, ha dato un ampio consenso all'intesa raggiunta. Essa riprende largamente, nei concetti e anche negli strumenti, quella, più contrastata, del 14 febbraio 1984. Un accordo che allora fu duramente contestato dalla Cgil e dal Pci mentre ora Cgil e Pds, a maggioranza, lo sostengono. La Confindustria è stata a lungo incerta e divisa sul da farsi. Ragioni di rappresentanza, gli interess-i diversi tra grandi e piccole imprese, ma soprattutto ragioni strategiche ne hanno condizionato i comportamenti. L'alternativa in gioco per Confindustria era tra un risanamento economico fondato sul consenso attraverso una concertazione economica e sociale ed un'efficace politica .dei redditi, oppure un aggiustamento affidato allo scontro tra le forze in gioco, con il corollario di una politica monetaria restrittiva e di un taglio drastico allo stato sociale. In questa ultima ipotesi i costi sociali sarebbero stati compensati da un indebolimento del sindacato confederale. La reazione rabbiosa della Lega e del suo sindacato all'accordo, e l'esplosione di un movimento antifiscale sono in sintonia con le forze che anche in Confindustria erano contrarie al1'accordo. 9 La tensione è stata elevata e la conclusione positiva del negoziato ridà spazio e possibilità nuove al sindacato confederale che può assumere pienamente un ruolo politico. La strumentazione messa in moto con l'accordo è quella di un dialogo sociale istituzionalizzato. Questo avviene attraverso le due sessioni annuali di politica dei redditi. Una dedicata all'individuazione dei parametri programmatici della politica economica e l'altra, più strumentale, al momento della formazione della legge finanzia - ria, per definire i comportamenti concreti tra le parti, circa i salari, i prezzi e l'individuazione di strumenti adatti a scoraggiare comportamenti difformi dalle intese. Questa strumentazione dovrebbe combinarsi, nei suoi effetti sull'occupazione, con una riorganizzazione del mercato del lavoro e con nuovi strumenti di gestione del.lostesso. Anzi il Governo si è impegnato alla definizione di un nuovo disegno di legge organico per la materia che corregge alcune storture della 223 e rilancia il ruolo delle strutture regionali. Nel frattempo si è dato alcuni strumenti più razionali per l'ingresso al lavoro dei giovani con l'estensione della formazione professionale e del!'apprendistato. Questa parte comprende anche un abbozzo di apertura al lavoro «interinale» e la cosa ha suscitato grandi opposizioni, ma la formulazione è talmente restrittiva che difficilmente se ne vedrà l'applicazione concreta. Un'innovazione rilevante è poi stata realizzata per il sistema contrattuale e delle rappresentanze. Il sistema precedente che combinava la dinamica automatica della scala mobile e il contratto nazionale di categoria è stato sostituito da un sistema contrattuale che assegna al contratto nazionale la tutela del salario reale attraverso due

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