{)!,LBIANCO ~ILROSSO iii•ii•iii CongressoCisl:i rischi dellavecchiaroutine di BrunoManghi p remessa. Il recente congresso non si presta ad una facile interpretazione: per due motivi. Il primo è che da lungo tempo, salvo casi estremi, i congressi delle grandi organizzazioni vivono quasi esclusivamente di messaggi più o meno patinati ad uso esterno, ma sono fondamentalmente occasioni devitalizzate. Il secondo è il duro colpo psicologico recato dal!'astuta rivelazione di un presunto «affaire» Lodigiani. Difficile pensare al solito complotto, ma sicuramente si è trattato di un'aggressione a D'Antoni e alla Cisl. Il Congresso ha reagito doverosamente con un'affermazione di unità e lealtà interne, anche se con qualche eccesso di ostentazione. Tuttavia non doveva né poteva essere un tribunale. Parato quindi il colpo «politico» e personale, nei prossimi mesi resta la necessità di smontare i contenuti del!'aggressione. In ogni caso il congresso consente, a seconda dei punti di vista, due letture diverse, una positiva, l'altra più dubbiosa. 7 Tutto ok. Nei due anni trascorsi la Cisl, sospinta anche dal forte agonismo del suo segretario generale, ha rappresentato il luogo propositivo e audace del sindacalismo confederale. Ha dimostrato di saper evitare una «vandea» nel pubblico impiego. Ha condotto una campagna per sostituire contrattazione ad automatismi, culminata in un -accordo del tutto coerente con i suoi principi. Ha fronteggiato le inevitabili difficoltà del mondo operaio, alimentate dai «burocrati della disperazione». Ha guardato al mutamento politico ed istituzionale senza riserve, ponendosi all'avanguardia nel riproporre l'unità sindacale. Al di là della relazione e degli interventi nel corso del congresso, di fatto sembra aver interpretato con puntualità gli appuntamenti della transizione italiana. Raramente inoltre si è vista una Cisl così priva di dissensi sulle questioni strategiche. Dubbi e insidie. Sarà che nei congressi si manifesta, attraverso la retorica, l'aspetto peggiore
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