Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 43/44 - ago./set. 1993

{)!,L BIANCO ~ILROSSO Pi•iiliii Per quali ragioni? Lasciando da parte cifre complicate, commenti e studi postelettorali, io manifesto qui soltanto il mio parere, che non è quello di un esperto specializzato, e che impegna soltanto me stesso. Chi ha vinto le elezioni non è stato il Partito Socialista Operaio Spagnolo, ma Felipe Gonzales. Senza di lui, il partito le avrebbe sicuramente perse. È chiaro che egli le ha vinte non nonostante il suo partito, ma con esso. Là sua organizzazione elettorale, di grande livello, si è mossa con efficacia, e con astuzia maggiore di quanto non fosse mai accaduto in precedenza. Felipe Gonzales è, oltre al re, l'unica figura nazionale della transizione democratica che abbia un bilancio attivo. Con lui si è realizzato il nostro. ultimo credito internazionale, Ha saputo offrire l'immagine di chi è al di sopra del suo partito, pur essendo, come lo è stato lui, segretario generale del partito stesso. In occasione dello scandalo Filesa la gente ha creduto che egli aveva detto alla stampa tutta la verità. Quando ci fu l'affare Guerra, all'ultimo momento egli tolse di mezzo il suo vicepresidente, e così salvò la faccia per miracolo. E alle ultime elezioni, convocate nella prospettiva di una imminente frattura del partito socialista, egli si è presentato quasi sempre solo, -. cavaliere solitario-, lanciando un messaggio di rinnovamento, e di cambiamento aggiunto al cambiamento, e la cosa è proprio quella che piace alla gente, giacché la ·speranza è sempre l'ultima a morire. La Televisione di stato, canali uno e due, devota per abitudine alla causa governativa, ha fatto arrivare in quasi tutte le case degli spagnoli il messaggio del presidente, prima e durante queste elezioni, che dal 1977sono ben più presidenziali che legislative. La situazione grave della economia, e della crisi europea e internazionale ha favorito Felipe Gonzales. Nei momenti brutti si vota, più che per paura, per ricerca di sicurezza. La propaganda del Partito socialista, tutta concentrata sul suo candidato unico, ha saputo presentare il Partito popolare non solo come conservatore, ma franchista, e persino fascista, che avrebbe distrutto le conquiste indubitabili che si erano fatte in molti settori, e che costituiscono J'orgoglio della Spagna democratica.· Il candidato della opposizione, il giovane José Maria Aznar, non ha saputo controbattere questa ac6 cusa nel secondo dibattito televisivo, seguito da undici milioni di spagnoli una settimana prima delle elezioni. Si votava dunque sinistra, rinnovatrice, contro destra; arretrata, e questo ha spinto al voto molte migliaia di elettori che hanno preso sul sèrio la minaccia dimenticando che la Unione Cristiano Democratica aveva governato dal 1977al 1982con un capo del Governo, Adolfo Suarez, che oggi è elogiato da tutti, e che era stato con Franco niente meno che segretario generale del Movimento. Non c'è alcun dubbio che in questo contesto così spagnolo centinaia di migliaia di beneficiari dej sussidi del debito agricolo, in Andalusia ed Estremadura soprattutto, e di pensionati, hanno votato decisamente a favore del presidente, che assicurava loro il pur precario aiuto. E che molte migliaia di persone «della sinistra di tutta la vita», che in un primo momento pensavano di astenersi, o di votare la Sinistra unita o altri partiti minori, alla fine, o se si vuole al momento del dessert, sono scesi in strada per testimoniare la loro «opzione di classe». Poche settimane dopo la «Destra» nazionalista basca e catalana ha reso p~ssibile, con l'appoggio esterno, il governo stabile di Felipe Gonzales. La debolezza della vittoria di Felipe Gonzales sta nel fatto che, pur mettendo da parte per ora le ripercussioni interne al suo partito, deve rafforzarsi in un futuro immediato. <iHocapito il messaggio», sono state le sue parole, rimaste famose, nella stessa notte del trionfo. Quale messaggio? Quello del rinnovamento? Quello della necessità delle purga nel suo stesso partito? Ma a quale prezzo? E su quale base ideologica? È significativo il fatto eh~, secondo le inchieste, la maggioranza degli studenti e delle persone di istruzione più elevata si erano mostrate favorevoli al Partito popolare. Ancora più sicuro è il fatto che la maggioranza delle città in cui si presentava il leader socialista, a cominciare da Madrid, ha votato per i principali avversari di Felipe Gonzales, guadagnando 24 seggi, e diventando per la prima volta una seria alternativa di Governo, la qual cosa per la democrazia spagnola è un fatto molto positivo. E infine: c'è una domanda che è rimasta più che mai sospesa per aria: quale socialismo? Perché è un fatto che il socialismo è stato il grande assente sulla bocca dei socialisti spagnoli. Su quella dei loro avversari era solo un insulto, imparato dall'Est, dal Sud, dal Nord e dall'Ovest dell'Europa.

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