Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 43/44 - ago./set. 1993

.{)!I~BIANCO '-.XILROSSO SCAFFALE «Unademocraziapergli italiani» Pubblichiamo gli interventi di Francesco Cossiga, Guido Martinotti e Salvatore Veca alla presentazione milanese del volume di Ettore Rotelli, Una democrazia per gli italiani. Geometrie politiche ecostituzionali di fine secolo (Milano, Anabasi, 1993). La presentazione si è svolta nella sala colonne del Palazzo Affari (ex Giureconsulti) il 7 luglio, col coordinamento di Piero Bassetti, e, dopo gli interventi qui pubblicati; è proseguita con quello dell'autore e un secondo «giro»degli stessi F. Cossiga, G. Martinotti, S. Veca. Introduzione a una grammatica avanzata di Francesco Cossiga Se avessi avuto io la possibilità di dare il titolo al libro, l'avrei intitolato - civettando con la cultura francese del '600 - «Introduzione a una grammatica avanzata delle istituzioni politiche». Dove il termine «grammatica è pregnante. Lo usarono gli istruttori giansenisti di Port-Royal quando scrissero quella grammatica di retorica che era, in realtà, una introduzione alle scienze filosofiche. Perché introduzione? Perché il libro, per essere gustato, richiede che alcune cose si sappiano prima e che sia pensato e sviluppato dopo. Non si può leggere in treno, come dice l'amico Rotelli. È molto denso. Perché grammatica? Perché mette a posto il linguaggio, riordinando parti del discorso. È un libro di scienza, non di cronaca. Che ha un grande merito: smascherare luoghi comuni, ridare senso ai termini, anche descrittivi delle istituzioni politiche, che sono stati manipolati, e dire le cose come stanno. Certo, è un libro non facile. Che non concede niente alla cronaca, che talvolta gioca con i concetti e pur anca con la realtà e con la storia del nostro Paese. Ricostruisce criticamente, in maniera esemplare, essenziale, anche se molto strigliata (di qui le difficoltà), la nostra vita istituzionale e la sua problematica, dando conto delle diverse posizioni, guardate però nella loro realtà e non per come vogliono essere fatte passare. Riferire su tutto quello che è 59 scritto nel libro, su questa opera di demistificazione e di riordino del discorso sulle istituzioni, è impossibile. Mi soffermerò su alcuni aspetti: per comodità personale mi sono permesso di organizzare il contenuto secondo i temi che mi interessavano di più. Ad esempio, quale Costituzione ci ha governato. Egli sfata l'idea, apologetica, che siamo stati governati dalla Costituzione scritta nel documento entrato in vigore il 1 ° gennaio 1948. Probabilmente quella Costituzione non ci ha governato mai. L'unico periodo, in cui sia stato realizzato un regime parlamentare, è il degasperiano. Ma, guarda caso, è il periodo nel quale De Gasperi ha avuto una preoccupazione: non attuare la Costituzione, perché ciò che gli permetteva di gestire un regime

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