{)!L BIANCO ~ILROSSO 1~11NI ;\i l~N • \\ \\ I .) frenetico scomporsi e ricomporsi delle vecchie appartenenze, ma resta forte la convinzione che tutto ciò non accade certo perché la classe dirigente ha capito l'inadeguatezza di vecchie forme e contenuti, ma solo perché una nuova legge elettorale la costringe ad aggregarsi tendenzialmente in un polo progressista e in uno conservatore. Ci sono insomma forti elementi di spostamento e riaggregazione, ma sono debolissime le discriminanti di contenuto e di proposta veramente innovative soprattutto - bisogna dirlo con chiarezza - nell'area progressista e di sinistra. C'è quindi un fortissimo rischio che tutto ciò che sta avvenendo sia inadeguato rispetto alle necessità e alle aspettative dei cittadini: quel che è peggio è che comunque la fase costituente è aperta - infatti nei prossimi mesi si ridefiniranno elementi fondamentali della Repubblica - e andrà avanti anche in assenza di un'adeguata nuova cultura politica progressista che possa guidarla. Basta pensarci e la prospettiva lumeggiata dalle bombe, come anche le provocazioni leghiste e di destra appaiono lì, pronte ad approfittarne. Allora la domanda è: ma se siamo davvero in una fase costituente che vedrà la trasformazione di tanti aspetti sostanziali della democrazia, è possibile affidarsi semplicemente ad un dibattito tutto interno alla rappresentanza tradizionale e ai poteri più forti che produrrà una semplice polarizzazione di tutti i soggetti che comunque erano già in campo? 57 La risposta è certamente no: ogni fase costituente, perché sia credibile e fondi solidamente una nuova democrazia, deve avere radicamento e processo sociale, soprattutto oggi che la società civile organizzata esprime una capacità politica progettuale autonoma e assolutamente sganciata da ogni collateralismo, perché paritaria rispetto a partiti e sindacati, sui temi più importanti per la vita dello Stato. Del resto in questi anni, mentre la rappresentanza politica istituzionale seguiva strade divergenti rispetto alle richieste del Paese, tutto un vastissimo mondo organizzato di associazioni, volontariato, movimenti per i diritti ha fatto partecipazione, cultura, progetto e mobilitazione sui nodi duri della politica moderna, gli stessi sui quali si è bloccata la rappresentanza tradizionale: la solidarietà e la giustizia sociale, l'ambiente e un nuovo sviluppo economico, la società multietnica, la politica internazionale, la lotta alla mafia. Tutto ciò non in un'ottica semplicemente movimentista, ma di progetto, con alla base una precisa idea di Stato, nei contenuti che devono fondarlo e nelle sue forme istituzionali. Anche se spesso fuori dai riflettori della grande stampa il sociale organizzato ha costruito con grande rilevanza un nuovo tipo di politicità, non direttamente elettorale, ma che è oggi nei fatti a pieno titolo uno dei soggetti fondanti della democrazia. Da questo panorama è nata 1'8 e 9 maggio la Costituente della strada, promossa da centinaia
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