Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 43/44 - ago./set. 1993

{)!LBIANCO ~IL-ROSSO •l8Mi1J1 Ml••~1CP~• H'i Unitàeuropeaincrisi: recuperareun orizzontestrategico L o slancio verso l'integrazione e l'unità in Europa, giunto al culmine il 7 febbraio 1992con la firma del Trattato sull'Unione Europea, ha subito numerose battute d'arresto nel corso del 1992e della prima metà del 1993. L'atmosfera che si respira oggi nelle istituzioni comunitarie, dalla Commissione al Consiglio all'Europarlamento, è ben diversa da quella che si respirava nei mesi successivi alla caduta del muro di Berlino. Il Trattato di Maastricht è stato messo in discussione subito dopo la sua nascita, prima del referendum danese del giugno 1992,poi da quello francese del settembre 1992 (poco più del 50% dei voti a favore non può certo essere considerata una vittoria per l'Unione Europea), infine dall'indecisione del Governo inglese, che ne ha ritardato la ratifica, vincolandola all'esito del secondo referendum danese. Lo scorso 18 maggio la Danimarca, nel referendum-bis, ha ratificato il Trattato sull'Unione, ma dopo aver rinegoziato gran parte degli impegni che si era impegnata a sottoscrivere 18 mesi prima. di MarcoOnida nomiche nell'insieme della Comunità», «espansione continua ed equilibrata», «stabilità accresciuta», «miglioramento sempre più rapido del tenore di vita», etc. Che alcuni di questi obiettivi siano stati raggiunti è fuori di dubbio: la stabilità (almeno nell'Europa comunitaria) e il tenore di vita di oggi rappresentano certamente un grosso passo avanti rispetto all'Europa della prima metà di questo secolo. Tuttavia, per i sostenitori dell'integraziane non solo economica, ma soI ) \;: l·_.., ~ • . ' I I ~,· ,, Il!"! ..W!n-'f ti g::y : ~~7 i,JI .IJ v".'f ,·;,· . .y .· ·'- Le domande che ci si può porre a • questo punto sono: verso quale model- ~ . ;~ /_,\•' . lo di sviluppo evolve la Comunità? Sono stati fatti veramente dei progressi sulla strada dell'Unione? L'art. 2 del Trattato di Romaparla di «sviluppo armonioso delle attività eco- ,1~~1 ···J1 q . ··,V'~ e! ,,~ - 42 prattutto sociale e politica, a ben vedere la situazione non sembra essere particolarmente incoraggiante. Il mercato unico è stato formalmente realizzato, ma i controlli alle frontiere sono stati mantenuti. L'art. 8 A dell'Atto Unico Europeo (la norma sulle quattro «libertà fondamentali») viene sistematicamente violato da tutti i Paesi membri. La Francia del Governo di centro destra ha già dichiarato che intende rivedere gli impegni assunti in precedenza riguardo alla libera circolazione delle persone, e che non intende per ora rispettare gli accordi di Schengen. L'Europa sociale del dopo Maastricht non è sostanzialmente mai nata a causa del!'opposizione del Regno Unito che ha costretto gli altri Stati membri a sottoscrivere un accordo a undici, e quindi giuridicamente più fragile delle norme costituzionali europee. Eppure sono iniziate già da alcuni mesi le negoziazioni fra la Comunità e quattro «nuovi»Paesi (Austria, Svezia, Norvegia e Finlandia), che dovrebbero portare, secondo quanto ha auspicato il Consiglio Europeo durante il vertice di Copenhagen, all'Europa dei «sedici»entro il 1 ° gennaio 1995(sempre che nei Paesi candidati prevalgano i «sì»nei rispettivi referendum popolari, fatto tutt'altro che scontato al momento). Non si può negare che vi siano molti buoni motivi per giungere entro breve tempo al primo allargamento della

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==