Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 43/44 - ago./set. 1993

D!LBIANCO ~ILROSSO •, DIU ili] N' ••~ctl~I IIIJ Tabella n. l servizi pubblici locali in Europa: ripartizione percentuale in base alle diverse modalità di geslione5 . settori gestione azienda gestione pubblica gestione 100 interna% pubblica% dr. privalo delegata prigioni 95 5 - - porti 38 50 5 4 servizi sanitari 23 44 27 6 distribuz. gas 5 49 25 21 sport etc. 14 32 28 26 dislribuz. acqua 24 29 21 26 dislribuz. elettricità - 55 15 29 telefono 3 44 20 33 servizi funerari 5 2 60 33 parcheggi pubblici 16 24 25 35 raccolta rifiuti 34 17 - 49 servizi aereoporli 21 26 - 53 gestione autostrade 42 - - 58 fonte: inchiestaBooz-Allan(rilevazionefra il 1986e il 1959)riportatoda CIRCLE,Lesservicespublics locauxen Europa (dattiloscritto),1992. 3. Attività economica e servizio pubblico. A cavallo tra problemi istituzionali (nazionali e comunitari) e scelte aziendali sta poi la questione del rapporto tra l'attività economica in senso ampio dell'impresa pubblica e l'espletamento di servizi pubblici. La compresenza dell'una e dell'altro all'interno della stessa impresa pubblica pone infatti delicati problemi di «coabitazione», per la piena libertà anche organizzativa lasciata al soggetto gestore dalle normali attività economiche cui si contrappongono, invece, limitazioni e prescrizioni particolari sia di carattere funzionale che di carattere finanziario e strutturale (contabilità separate, forme di partecipazione degli utenti, modalità di controllo da parte di autorità esterne, ecc.) connesse allo statuto del servizio pubblico. 4. Rapporti con la Comunità Europea. Si tratta del profilo ovviamente più noto in questa sede ad al quale, in ogni caso, è riservata una apposita sezione. Il punto di vista comunitario è essenzialmente economico, di conseguenza l'impresa pubblica è considerata nella qualità di operatore che interviene sul mercato, mentre restano estranee tutte le ragioni di carattere sociale, in quanto tali confinate all'ordinamento nazionale. Inoltre la formulazione dell'art. 90, pur astrattamente ispirata al principio della c.d. «neutralità comunitaria» sancito dall'art. 222 del Trattato (nessun pregiudizio al regime della proprietà negli Stati membri), detta il criterio della eguaglianza di trattamento e dunque in un certo senso il principio della assimilazione tra impresa pubblica e impresa privata. La cosiddetta necessità di privatizzare Le difficoltà finanziarie, i limiti fatti alla spesa pubblica di cui abbiamo in precedenza fatto cenno non sono che alcune delle argomentazioni prodotte. Il mercato unico, gli indici di convergenza posti nel Trattato di Maastricht, la completa applicazione delle regole comunitarie in materia di concorrenza rappresentano le nuove motivazioni addotte dai sostenitori delle privatizzazioni delle nostre economie. D'altro lato non può dimenticarsi l'esistenza di bisogni oggi crescenti un po' ovunque in Europa. La coscienza comune manifesta sempre più l'esigenza di una maggiore efficienza dei servizi, di una loro modernizzazione, di una maggiore trasparenza, in definitiva di una modernizzazione dell'apparato pubblico. D'altro lato l'instabilità e la paura del futuro rendono le politiche liberiste oggi accettabili nella misura in cui esse appaiono una risposta valida ai problemi della disoccupazione, della concorrenza internazionale, ecc. Ma tale disponibilità non va mal interpretala. Il cittadino può distinguere gli obiettivi dai mezzi e riconoscere gli 41 abusi. Se cioè, così come avvenuto per l'impresa pubblica, il processo di privatizzazione e di razionalizzazione favorirà in modo palese i gruppi privali, se esso in definitiva servirà a perpetrare una tradizione di gestione privata del pubblico interesse, allora esso non sarà accettato. Forse è una visione ottimistica della maturità e delle capacità di controllo di cui dispone l'opinione pubblica. Ma essere ottimisti è d'obbligo. Note 1 Ad esempio, settore alimentare, agricolo, chimico, cantieristico, siderurgico, meccanico strumentale, carpenteria metallica, imprese edilizie, ingegneria, software, distribuzione prodotti alimentari, distribuzione benzina, ecc. 2 Produzione di materiale ferroviario, materiale per telecomunicazioni, elettromeccanica pesante, armi e materiale per la difesa, ecc. 3 Telefoni, posta, energia elettrica, acqua, distribuzione gas, trasporti. 4 Oltre ai provvedimenti dell'estate 1993, destinali alla privatizzazione delle maggiori imprese pubbliche nazionali, si veda anche l'introduzione della società per azioni mista come ordinario modulo di gestione dei servizi pubblici locali: ari. 22.3 legge 142/1990e art. 12 legge 498/1992. 5 I dati vanno presi con molta attenzione e cautela, sia perché non sono completi (al- ·cuni paesi non sono considerali) sia perché i criteri di definizione dei servizi e della gestione non sono emogenei, sia perché sono considerali solo alcuni dei vari servizi pubblici locali.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==