Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

{)l.LBIANCO a-l..ILROSSO 1'4PM1181t4~11 Nt+f4c11~•B La sostituzione di Giorgio Benvenuto ha del grottesco; infatti al di là dei giudizi su Ottaviano Del Turco, rivelatosi autentico epigono del «craxismo», ha prodotto una spaccatura insanabile tra socialisti Cgil e socialisti Uil. Nel Pds la confusione regna sovrana tra chi vuole trasformare il Pds in Partito democratico, chi come Occhetto si esalta per essere l'unico partito nazionale al 17%, e chi si dedica alla cattura di socialisti dispersi. Sono purtroppo convinto che stiamo attardandoci su una concezione ancora «partitica» del nuovo disegno della politica, mentre il vero obiettivo è proprio l'opposto: quello di evitare l'aggregazione per «partiti» che peggiorerebbe la situazione creata dal proporzionalismo. Il «nuovo» si presenta sotto la forma di grandi contenitori che occorre riempire di contenuti, di idee, di nuovo ceto politico. Solo così si potrà definire se quel contenitore, quello schieramento è dei «progressisti» o dei «conservatori». Ma occorre far presto. Mi pare che non fare attenzione al fatto che Segni abbia aderito a Alleanza Democratica, che parte del Pds sia orientato verso questa formazione, sia un errore di sottovalutazione strategica. U. Boccioni Serata Futurista a Milano (1911) 92 Se la nostra cultura riformista, se i nostri contenuti si riversassero dentro Alleanza Democratica, non si rafforzerebbe all'interno, l'orientamento in senso progressista di questo raggruppamento sicuramente alternativo alla collocazione al Centro dove invece Martinazzolista conducendo la Dc? I risultati del 6 giugno sono sotto gli occhi di tutti per dimostrare inequivocabilmente che: o si costituisce rapidamente il polo progressista con la confluenza dei filoni culturali cattolico-popolare, laico, ambientalista, socialista-riformista o, nel paese prevarà la polarizzazione estrema tra Lega da una parte e Pds, Rete e Rifondazione dall'altra, con le conseguenze immaginabili sul piano della auspicata governabilità. Mi chiedo allora perché non assumere una iniziativa come ReS, sulla riforma elettorale alla Camera, che faccia prevalere il doppio turno con una soglia - al secondo turno - del 50% + 1, onde ridurre i rischi dello scambio di voti. O saremo in grado di pronunciarsi in questo senso o temo che lo spazio politico di ReS si esaurirà in esercitazioni culturali sicuramente «di sinistra», sempre più lontane tuttavia dall' avverarsi di quella «Cosa» per cui in questi anni ci siamo impegnati.

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