Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

~ll~ BIANCO lXILROSSO VITA DELL'ASSOCIAZIONE ReS:perchéquesto incomprensibileattendismo? di MarioFerrari L a fase post-referendaria, pur procedendo con moto convulso, come accade nei momenti di grandi transizioni, sta esercitando una positiva funzione: quella di riaccendere la passione politica e di fare della «questione politica» - argomento di rinnovata attenzione dell'opinione pubblica. Dopo l'infamia di «tangentopoli», dopo l'ignobile impudenza dei capi del!' «ancien regime», di agitare il «fumus persecutionis» per sottrarsi ai loro giudici naturali, dopo il risibile paravento delle «scuse al popolo italiano», c'è un tentativo di riscatto della politica che va irrobustito da quanti - come noi sostenitori «ante litteram» di una democrazia completa - trovano nel plebiscito del 18 aprile conferma alle proprie tesi e aspirazioni. Si stanno aprendo spazi fino a prima del 18 aprile impensabili; sommovimenti e smottamenti nel sistema politico rendono da un lato incerto il percorso, ma dall'altro possibile e affascinante l'impegno dei sinceri democratici per essere protagonisti di questa fase. È appunto partendo da queste considerazioni che mi pare non paghi l'atteggiamento all'indugio, l'eccesso di cautela nei pronunciamenti, una sorta di neutralità rispetto all'incalzare degli avvenimenti. ReS è stata la «Cosa» per antonomasia, ma 91 mentre assistiamo al proliferare di altre «cose» variamente colorate, lo scopo originario di quella «Cosa» appare da un lato lontano nel tempo e dall'altro superato per lo sprofondamento del Psi e per la disarticolazione del Pds. La stessa nostra proposta, di costituente per la Federazione laburista, o Patto di sinistra, o creazione di un nuovo soggetto a sinistra, incontra molti apprezzamenti formali, ma nessun incoraggiamento concreto e reale da parte dei destinatari. Puntare ancora sui vecchi partiti dell'internazionale socialista e assegnare a questo solo schieramento il ruolo di «leadership» progressista, oltre che candidarsi ad un prolungato soggiorno minoritario, dimostra un atteggiamento di supponenza e distacco verso il fermento che scuote sia il mondo cattolico democratico progressista, sia quello laico «liberale» che non credo sia da considerare di «destra». Se è vero come è vero che ReS punta alla affermazione del bipolarismo e da tempo rappresenta un punto avanzato dell'elaborazione culturale progressista-riformista, mi chiedo allora chi e cosa stiamo aspettando. Abbiamo assistito, stupefatti, alla resa di Giorgio Benvenuto ad una nomenklatura indecente e inferocita che non solo non vuole essere epurata, ma prepara la rivincita.

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