accreditare la conclusione che questo è il periodo adatto a decretare la morte dell'impresa pubblica, ad eliminare questa anomalia del mercato, ad esaltare l'impresa privata. Eppure, se riflettiamo più attentamente, emergono considerazioni che portano in direzione opposta. Intanto, in una società complessa e diversificata come l'attuale, non regge la forzatura della semplificazione, anche nel campo delle tipologie d'impresa. D'altronde, la dimostrazione sta proprio nella ricerca affannosa di utilizzare strutture proprietarie diverse da quelle classiche. Mi riferisco, per esempio, alla questione delle «public companies», o al mantenimento di azioni di controllo pubblico, le «golden shares», in aziende private o privatizzate, o ancora l'intreccio fra aziende industriali e compagnie di assicurazioni e banche, anche pubbliche, o sotto controllo pubblico. Si tratta di questioni diverse, ma che dimostrano tutte l'insufficienza di un mercato semplificato e la scarsa rispondenza dell'impresa tradizionale, di proprietà individuale e familiare e la ricerca di forme nuove e più complesse di impresa. D'altra parie, si comincia ad esaminare più attentamente l'esperienza delle denazionalizzazioni e della privatizzazione di imprese pubbliche. Se guardiamo infatti all'esempio della Gran Bretagna, della Francia, della Germania, non possono che nascere dubbi e riflessioni critiche. Non solo perché il processo si rivela faticoso, e spesso oneroso dal punto di vista economico e sociale, ma anche perché in molti casi vengono contraddetti proprio gli obiettivi di fondo che erano alla base delle decisioni di privatizzazione e cioè il buon funzionamento del mercato, lo smantellamento dei monopoli, l'aumento degli utili di impresa. In qualche caso, si passa dal monopolio pubblico al monopolio o al duopolio privato, c'è sì più trasparenza, ma l'aumento degli utili viene perseguilo unicamente con l'aumento dei prezzi; diminuiscono in alcuni casi gli investimenti e la ricerca, il servizio viene negato ad una parte dei cittadini. Infine, in un'economia sempre più i)!LBIANCO ~IL ROSSO ••a,;u 121 a 1 1@<.,~• • 111 mondializzata, e per questo stesso motivo sottoposta continuamente a tensioni, ad una continua spirale di recessione e di sviluppo, si ripropone con grande forza la necessità dell'intervento pubblico in economia. La presidenza Clinlon, negli Stati Uniti, è in qualche misura espressione di questa esigenza, che incrina fortemente il mito del liberismo puro americano. Anzi, sembrerebbe quasi di assistere ad un rovesciamento dell'influenza culturale ed economica tra Europa e Stati Uniti. E poi, paradossalmente, il crollo dei regimi dell'Est e del loro modello di pianificazione, permette a tutti di riscoprire il valore della regolamentazione pubblica del mercato, senza estremismi e senza gabbie ideologiche. Da questo insieme di valutazioni nascono riflessioni nuove ed importanti. C'è sempre più bisogno di una complessità di imprese, privale, pubbliche, cooperative, miste, con tipi di proprietà e struttura diversificate, proprio al fine di un buon funzionamento del mercato. La semplificazione, la riduzione ad un'unica tipologia è solo il prodotto di una scelta politica ed ideologica che contrasta con la complessità dei problemi con i quali dobbiamo fare i conti. E poi assume un'importanza centrale il ruolo pubblico di regolazione del mercato, che è altra cosa dalla funzione di gestione diretta dell'economia, ma che segnala la crescente importanza dell'intervento pubblico sul mercato. D'altronde, anche questa funzione di regolazione è complessa perché riguarda aspetti nazionali e sovranazionali, perché deve esplicarsi in ambiti e settori molto diversi, perché deve essere forte senza diventare invadente. Le istituzioni della Comunità Europea debbono porsi urgentemente questi problemi. Oggi la preoccupazione prevalente è invece quella di assicurare il funzionamento del mercato unico e di garantire i principi della concorrenza. Questa impostazione non è più sufficiente, di fronte all'esigenza di stabilire le linee portanti di una politica economica ed industriale e soprattutto ri86 spetto alla necessità di creare non solo un mercato, ma una «comunità», e di garantire quindi i diritti dei cittadini europei. È ormai matura la proposta di una Carta Europea dei servizi pubblici, che assicuri diritti e prestazioni omogenee ai cittadini e che sia il punto di riferimento delle attività di impresa che esercitano quei servizi. Ciò che in questo modo diventa centrale, non è la forma di impresa, ma la sostanza del servizio che ogni tipo di impresa deve assicurare, e che è sottoposto al controllo pubblico e a quello sociale. Se queste riflessioni riescono a diventare una politica organica, le implicazioni sono consistenti. Intanto, tutto questo comporla uno spostamento dell'asse culturale e politico oggi dominante in Europa, e poi obbliga le imprese e le autorità pubbliche a precisare le condizioni e gli ambiti entro i quali è possibile la gestione diretta dell'economia. Quale spazio concreto è possibile occupare da parte delle imprese pubbliche? Nei settori aperti alla concorrenza, l'unica giustificazione dell'intervento, dell'esistenza delle imprese pubbliche, è la piena economicità ed efficienza della gestione, cioè la capacità di competere con le altre imprese. Nei settori cosiddetti strategici per un Paese, l'impresa pubblica tiene, per conto dello Stato, uno spazio di mercato considerato sensibile. Ma che cosa è davvero strategico, oggi? L'auto, la lavorazione dei tabacchi, la siderurgia, la produzione di armi? In un mercato globale, la concezione della stralegicità si restringe fortemente, non può che essere temporanea e comunque non può rispondere anch'essa a criteri di efficienza e di competitività. Infine, in alcuni servizi pubblici nazionali e locali, ed in prospettiva sovranazionali, l'impresa pubblica trova uno spazio più significativo, in quanto piu adatta ad una politica più di lungo termine, e più sensibile per natura ad una missione sociale di tutela dei cittadini. Ma anche questo deve essere dimostrato caso per caso, e non può essere sottoposto a controlli e verifiche ben diverse dal passato.
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