Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

no essere gestiti separatamente l'uno dall'altro. Questa concertazione dovrebbe fondarsi sulla conoscenza approfondita degli scenari su cui si fondano le scelte di piano, in una «visione» che metta in evidenza contemporaneamente tutti i vincoli della situazione, tutti i costi e tutti i benefici di alternative decisioni. Ciò è assai diverso dai generici «patti sociali» (ricorrentemente proposti) fondati solo su schemi di economia aggregata. Se questa viene definita una «razionalizzazione» del sistema, ben venga questa definizione. Perché con essa si intende dire che le richieste sociali devono essere «razionali», cioè non devono essere né contraddittorie né impossibili, e devono essere concertate tutte insieme dalle forze sociali con i responsabili della programmazione. In questo modo si potrà evitare il rischio per le forze sociali di creare aspettative non soddisfacibili; e per le forze di governo il rischio di profittare della incompatibilità (stupidità) delle richieste, per fare scelte non concertate con le forze sociali, scelte che finiscono per premiare solo alcuni settori di tali forze (usualmente i più forti). In altri termini si eviterebbe di dissociare la programmazione economica della concertazione sociale. Lo slogan adeguato potrebbe essere: nessun piano senza concertazione sociale, ma anche nessuna concertazione sociale senza piano. L'associazione stretta Ira programmazione e concertazione sociale Per associare ed integrare programmazione e concertazione sociale, in una logica di sistema e di programmazione, occorreranno naturalmente uno sviluppo della coscienza e delle capacità personali dei leaders politici e sindacali che prenderà molto tempo, forse un tempo superiore al prossimo decennio. Spesso - e questo è stato il caso dell'Italia - quella coscienza e quelle capacità non sono covarianti della democratizzazione politica. Non è un caso che spesso la democratizzazione implica un abbassamento delle capacità e della qualità della leader- {)!LBIANCO ~ILROSSO 111 1)..1•§1 a ;I ship politica. In questo abbassamento, le capacità esistenti vengono accusate di «tecnicismo» o di «tecnocraticismo», o di «elitismo», e la leadership emergente si autodefinisce «pragmatica». Spesso si tratta di pragmatismo sincero e onesto; ma spesso non mette molto a trasformarsi in «pragmatismo dell'intrallazzo» 12. Per quanto spiacevole possa essere l'abbassamento di qualità e capacità della leadership sindacale e politica cui può accompagnarsi 1 3 , la democratizzazione rimane comunque un corollario essenziale di una seria programmazione economica che si voglia associare ed integrare con la concertazione sociale. Nel prospettare gli sviluppi (in Italia come altrove) dei rapporti fra programmazione e concertazione sociale, è quindi da prevedere che una vera «strozzatura tecnologica» sarà la difficoltà di saper far decollare un efficiente «sistema sociale di programmazione» (inclusa la «valutazione sociale») attraverso una leadership di attori sociali adeguata ed evoluta culturalmente e tecnicamente. Ogni sforzo che si espleterà verso la formazione «finalizzata» di questa leadership sarà in proposito prezioso, anzi determinante. Le procedure, legali e contrattuali, della programmazione socio-economica ancora sono scarsamente presenti in tutti i paesi occidentali. Esse, se progressivamente introdotte, e praticate, costituiranno una rivoluzione «storica» nel sistema di gestione della cosa (res) pubblica: non altrimenti di come «storica» è stata - con le costituzioni degli stati «democratici» e dei rispettivi parlamenti - l'introduzione di un sistema procedurale di formazione e discussione dei bilanci pubblici, su cui si regge ancora (con tutte le defaillances connesse) la compagine e il funzionamento dello stato odierno. Dal punto di vista dei suoi contenuti, nei prossimi anni la programmazione si troverà ad affrontare la crisi del welfare state, che (come ho avuto più di una volta occasione di dire) potrà essere affrontata con la riappropriazione da parte degli utenti della gestione e del finanziamento dei servizi 62 sociali ai quali siano direttamente interessati; e che costituiscono il settore in espansione, come si è accennato, nella evoluzione strutturale della domanda di consumo. Si tratta dell'espansione di quel crescente settore delle attività economiche che non è più garantito dallo stato (malato di sovraccarico e di burocratizzazione), quindi non è più pubblico ma «privato»; ma che non persegue fini di profitto, giacché promosso dagli stessi utilizzatori, e quindi non è più impresa c·ommerciale privata, ma è «sociale» nei fini e nei mezzi. Si tratta di quel «terzo sistema» dell'economia la cui espansione è inevitabile, che assorbirà risorse e lavoro (sarà l'unico a vedere una espansione assoluta dei suoi addetti). Si tratta del settore che ho chiamato da tempo !'<,economiaassociativa», e che meriterebbe di essere studiato a fondo, e soprattutto aiutato, anche con opportune incentivazioni fiscali e finanziarie, a svilupparsi più speditamente, come sta avvenendo in moltissimi paesi del mondo. 14. Ma per includere l'espansione del terzo sistema nella programmazione e nella concertazione sociale dei prossimi anni, occorrerà anche lo sviluppo di una nuova contabilità sociale, giacché il terzo sistema - non essendo commerciale - opera «fuori-mercato», e con difficoltà può essere apprezzato, in bene o in male, come guadagni e/o come costi, in base ai sistemi di contabilità del Pii (che valutano la produzione, appunto, «ai prezzi di mercato»). Ed anche la valutazione «al costo dei fattori» (come avviene per il settore pubblico) sarebbe assai approssimativa, essendo già troppo approssimativa anche per il settore pubblico15. È prevedibile, dunque, che il «terzo sistema» riceverà una attenzione del tutto particolare nel prossimo decennio, a cominciare da una «regolazione» giuridica, al fine di evitare abusi ed incertezze fiscali; e per finire allo studio della sua incentivazione finanziaria (almeno nella fase di decollo delle singole istituzioni) 16. Un altro aspetto che meriterà una attenta valutazione (nel quadro di una

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