Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

{)!L BIANCO ~ILROSSO tilANl•ii Il governo Amato è sembrato una risposta disperata. Si disse che era l'ultima risorsa del vecchio, mentre si è rivelata una risposta positiva e, forse, la prima parte del nuovo. È seguita, anche in conseguenza della discontinuità prodotta dal referendum, la formazione del governo Ciampi. Si è attinto a risorse intellettuali spiccate, a professionalità sperimentate, per garantire un nuovo tratto di strada della legislatura verso le novità da realizzare. Si è chiesto che la priorità fosse la legge elettorale. È una richiesta giusta se è posta nella chiave giusta: c'è una classe dirigente che ascolta la voce del Paese e che consegna lo strumento con cui essa può essere messa in discussione. Una risposta leale al referendum ed è stato giusto sottolinear la. Ma sarebbe paradossale chiedere alle massime autorità monetarie dell'Italia di fare un governo il cui unico scopo ed il cui unico orizzonte sia quello della stagione della riforma elettorale. Vengo ora alle questioni che hanno creato qualche problema nei rapporti tra il partito ed i gruppi parlamentari. Mi riferisco alla questione della riforma elettorale. Fa.ccio un'osservazione preliminare: in tutti i Paesi nei quali è diventato centrale il tema delle riforme istituzionali ed elettorali, è cresciuto il ruolo democratico del Parlamento ed il protagonismo dei gruppi parlamentari. È normale che sia così. Aggiungo che oltre che logico questo processo risponde anche ad una generale richiesta ai partiti di ritrarsi da campi, nei quali sono straripati in questi anni. Una volta posta così la questione il ruolo del Partito verso i Gruppi parlamentari non può essere quello di chi «intima», «ordina», «istruisce». Ma il partito lavorerà per ricercare pazientemente l'unitarietà, per assicurare la formazione progressiva di un orientamento omogeneo, ponendosi così in grado di esercitare una funzione propositiva e di raccordo per un tema che non può non esser di un ampio schieramento parlamentare. Per l'insieme dei socialisti gli obiettivi delle regole elettorali nuove possono essere così riassunti: - 1) una legge che aiuti le aggregazioni e le ricomposizioni. Che superi gli eccessi ed anche i guasti del vecchio e nobilissimoproporzionalismo; 41 - 2) sospingere verso coalizioni che rendano prevedibili gli assetti di Governo, li rendano stabili e ne facilitino l'alternanza ed il ricambio; - 3) nuovi meccanismi di selezione degli eletti e norme che aiutino a realizzare un rapporto più stretto tra cittadino ed eletto. Dopo l'esito del referendum che per la sua parte ha già prodotto queste opzioni, la differenza fondamentale riguarda il doppio turno ed il turno unico. So bene che dietro motivazioni democratiche nobilissime affiorano motivazioni e previsioni di convenienza. Non ignoro che una gran parte del Parlamento ed una quota rilevante di parlamentari socialisti hanno manifestato una progressiva propensione per il turno unico. L'invito che rivolgo ai nostri parlamentari è quello di essere pazienti e puntigliosi. Soprattutto nella ricerca di ragionevoli soluzioni di compromesso che, su una materia così rilevante, risulteranno alla fine obbligatorie. Ho accennato già in questi giorni al tema del rapporto fra il Partito ed i compagni (parlamentari e non) coinvolti in fatti oggetto di indagine da parte della Magistratura. L'argomento va ripreso e finalmente ben definito. A chi mi ha chiesto come intendessi affrontarlo, ho risposto manifestando un apprezzamento, né strumentale, né polemico, per il modo con cui gli altri grandi partiti lo hanno affrontato e risolto. La Dc ha usato rigore, risolvendo il problema sia dal lato del comportamento delle persone, sia da quello del funzionamento degli organi. Il Pds ha in tutti i casi professato certezze di innocenza nei propri militanti o dirigenti coinvolti. Senza, per questo, essere meno rigoroso al suo interno o meno rispettoso delle iniziative dei magistrati. Penso che noi dobbiamo comportarci allo stesso modo. Mi sento di dover chiedere misure, comportamenti giusti da parte di tutti: in primo luogo da parte dei compagni che hanno compiti o incarichi di responsabilità nel Partito. I compagni che hanno già effettuato il passo indietro, presentando dimissioni o decidendo l'autosospensione per le cariche ricoperte, hanno dato una risposta giusta. Queste cose aiutano. Aiutano la ricerca del

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