Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

{)!LBIANCO 0-Z., ILROSSO t+iiiidllii «Intenddoifendere l'autonomdiaelPsi» di Ottaviano Del Turco Ragioniamo con pazienza per restare uniti L' Assemblea nazionale del Partito si svolge mentre il Paese conosce uno dei passaggi più duri e difficili della sua storia politica istituzionale e civile. Firenze piange i suoi morti e le sue rovine e torna a vivere ore di barbarie dopo secoli di civiltà e di cultura. Siamo con il popolo fiorentino e ci uniamo alla civile risposta che il mondo del lavoro ha dato con la fermata di due ore di stamane in tutta l'Italia. Non ho bisogno di ricordare a questa sala quanto è grande il travaglio che scuote il nostro Partito, l'animo dei socialisti, la passione di chi ci guarda con la speranza di cogliere, anche da questi lavori, i segni di una reazione positiva, di un cambiamento che ci faccia uscire dal buio di questi mesi e dalle tensioni di queste ore. Stiamo attenti, allora, a non sbagliare tono, misura, consapevolezza del nostro ruolo e delle nostre responsabilità. C'è un momento per tutte le cose: ma c'è un Paese sgomento. L'Italia intera tocca con mano in queste ore i guasti al suo sistema civile, alla sua vita sociale, alla sua stessa identità ed unità nazionale. Occorre riflettere, capire, reagire. I terribili eventi di queste ore accadono nel pieno di una crisi di autorevolezza di quasi tutti i poteri tradizionali dello Stato e della società civile. Ed ogni volta che si determina un vuoto c'è sempre qualcosa o qualcuno che lavora per far precipitare il corso della crisi. Ricordiamo tutti la grande lezione di Nenni: il suo richiamo severo à non lasciare vuoti che sa37 rebbero stati riempiti dall'iniziativa degli avversari della democrazia. Dobbiamo comprendere e interpretare il sentimento del dramma che c'è nel Paese. Per quelli della generazion-= cui appartengo non sarà difficile tornare con la memoria ad altre vicende che devono allertarci. Penso alle storie drammatiche della Francia della IV Repubblica sconvolta, nel suo tessuto metropolitano, dalle bombe dell'O.A.S. Penso al ruolo che quelle vicende giocarono nel dare vita a storie e svolte che sono arrivate fin ai giorni nostri. Non sarà facile per nessuno dimenticare le bombe scagliate contro quel potente moto di emancipazione sociale che animò l'Italia della fine degli anni '60. Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Stazione di Bologna, i treni, Val di Sambro ... Capire e reagire sono i primi impegni di una classe politica che ha di fronte a sé una grande responsabilità ed un grande ruolo. Occorre vivere queste responsabilità come una occasione che ci viene offerta per riparare errori, per riscattare le cadute di questi mesi, le debolezze che tutti abbiamo manifestato. Sento con grande acutezza questo tema: la vita politica induce, come tutte le altre manifestazioni della vita, ad errori. Ma c'è sempre un sottile sentimento di giustizia, c'è sempre per chi ha sbagliato, un'occasione, una possibilità di riguadagnare la fiducia, l'onore, la dignità, il rispetto. In ore angosciose come quelle che vive il popolo italiano dobbiamo saper interpretare quel sottile sentimento di speranza, quella evidente voglia di reagire che si manifesta sempre in una comunità che si sente minacciata nei suoi diritti fondamentali.

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