Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

{)!L BIANCO ~ILROSSO Miililit+t Pubblicoimpiego: unariformaincammino di Tiziano Treu L a nuova normativa del pubblico impiego sta muovendo i primi passi. Questi primi passi ne confermano sia l'importanza sia le difficoltà interpretative ed applicative. Le resistenze alla sua applicazione sono diffuse come era prevedibile ed utilizzano diversi strumenti. Uno di questi, molto usato da giuristi e burocrati, è di enfatizzare le incertezze e le imperfezioni (che sono indubbie) del decreto 29/1993 per mostrarne la inapplicabilità. Un atteggiamento del genere va contrastato nel merito utilizzando lo strumento dei decreti correttivi che la stessa legge delega ha previsto, anticipando la complessità del!'operazione. Le correzioni necessarie sono molteplici, ma la linea generale cui dovrebbero ispirarsi è univoca: esse devono perfezionare il processo di omologazione delle regole del pubblico impiego a quelle del lavoro privato, avviati dal decreto 29/1993. In molti casi questo processo è rimasto incerto o incompiuto, per la permanenza delle vecchie normative pubblicistiche: si tratta di fare avanzare il processo per attuare pienamente gli obiettivi perseguiti dal legislatore. La linea guida è che il rapporto di pubblico impiego non è più un «rapporto diverso», ma appartiene a pieno titolo all'area dei rapporti di lavoro; come questi ha origine e disciplina essenzialmente contrattuale. Esso mantiene una sua specialità legata al carattere particolare del datore di lavoro; ma questa specialità deve essere circoscritta ai principi indicati nello stesso decreto 29/1993. Non può essere invocata per mantenere in vigore tutta o gran parte della vecchia normativa pubblicistica, come vorrebbero non pochi nostalgici. 18 Il superamento della vecchia disciplina è un processo irreversibile, se si vuole affrontare il futuro. Questo processo richiederà interventi legislativi, ma un ruolo decisivo spetta alla contrattazione collettiva. È bene sottolinearlo, perché anche questa è una novità importante della nuova disciplina. Il legislatore ha inteso valorizzare il contratto collettivo non solo come fonte principale della regolazione dei rapporti di lavoro (come è nel settore privato), ma anche come fattore di superamento del vecchio sistema. Il decreto 29/1993 prevede un meccanismo in due tempi: già nella prima tornata i contratti collettivi possono modificare o anche abrogare le vecchie norme pubblicistiche, nella seconda tornata queste norme cessano in ogni caso di produrre effetti. C'è da augurarsi che la gran parte del!'opera sia fatta subito e consapevolemente dalle parti, senza aspettare il secondo tempo; ciò vorrebbe dire rinviare il superamento della vecchia normativa pubblicistica di diversi anni. 2. Il superamento del passato e la più completa omologazione delle regole del pubblico impiego a quelle del lavoro privato, vincendo le resistenze diffuse sono dunque una prima priorità di questo periodo. In quest'opera di correzione del decreto 29/ 1993si deve perseguire anche un secondo obiettivo: valorizzare il più possibile (nell'ambito della legge delega) gli spazi di decentramento e di articolazione della disciplina, correggendo alcuni aspetti di centralismo presenti nel!'attuale normativa, ad esempio in materia di procedure concorsuali e di configurazione degli organici. Il rigore necessario per contenere il deficit

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