{)!LBIANCO a-L, ILROSSO kiikiil•M no che derivare dalla ispirazione cristiana di fronte ad una applicazione della legge 194 che, per opposti e miopi ideologismi, non ha fatto funzionare sul serio la prevenzione, ha generato crociate e scontri, ha ancora tanti punti da chiarire, tanti passi da fare, tanto dolore e tanti drammi da affrontare ... L'ideologismo laico, di ogni tipo, ancora prevalente in tutti o quasi i vecchi partiti italiani, la rozzezza del!'approccio alla tematica religiosa, presente nella Lega e in altri movimenti nuovi, la non comprensione della autentica laicità della ispirazione cristiana, sono i più grandi alleati, ancora oggi, della unità politica, di fatto, dei cattolici italiani. Eallora? Siamo alla stagione dei «Se» Dove potrebbe trovare una casa politico-partitica dignitosa, oggi, un cattolico italiano convinto e degno di questo nome? A parole gli altri partiti si dicono pronti ad accogliere i cattolici delusi dalla Dc, ma nei fatti, nei programmi, nella realtà degli uomini, della cultura che esprimono, delle scelte che fanno giorno per giorno pare siano del tutto indisponibili a questa accoglienza. Ecco perché ho detto che al titolo della Gaiotti, relativo alla Chiesa cattolica, che ha avuto ed ha il suo da fare per accettare il pluralismo politico reale presente tra i cattolici italiani, e che lo ha dovuto riconoscere dalla dura, - e su questo versnte davvero benedetta, lezione dei numeri -, occorreva aggiungere un altro interrogativo: saranno mai capaci gli altri partiti, vecchi e nuovi, di convivere laicamente con la ispirazione cristiana irrinunciabile dei cattolici italiani, e di farla convivere con le diverse ispirazioni che per storia e per recenti acquisizioni hanno accolta al loro interno? Dicono tutti che le ideologie sono morte, ma un laicismo di bassa lega, un rifiuto di tutto ciò che sa di religioso, o addirittura di eticamente cristiano, è ancora diffuso largamente nei partiti italiani cosiddetti laici, incluso il Pds. Ecco perché, oggi come oggi, guardando il variopinto panorama politico italiano, pensando al futuro della cosiddetta questione cattolica, nei termini del tutto nuovi in cui si presenta, la parola più importante sia una sola: se. Si tratta cioè di vedere come a questo punto si muoveranno i partiti italiani, tutti, Dc in testa. 16 É infatti evidente che non si può pensare che la storia si cancelli di colpo. La Dc mantiene una specie di primogenitura che è difficile negare. Gli occhi del mondo cattolico nel suo complesso sono puntati in modo speciale sul suo presente. Sono molti certo, i cattolici italiani davvero tali che nei decenni passati hanno visto in anticipo quello che oggi pare tutti vedano, e cioè i tradimenti, la controtestimonianza e gli ostacoli che dal legame Dc-Chiesa venivano alla stessa credibilità della fede e al cammino della società italiana, ma sono anche molti coloro che fino ad oggi si sono rivolti alla Dc, magari «turandosi il naso», in mancanza di meglio. - Ciò vuol dire che il primo se dei cattolici italiani, oggi, va detto nei confronti della Dc. Se nella Dc avverrà davvero e in tempi non biblici un rinnovamento radicale, che faccia pulizia non solo di nome e di facciata, ma di programmi, di persone, di prassi, se gli uomini rinnovatori non cederanno a personalismi indebiti, se le energie pulite non saranno disperse, se Martinazzoli, in una parola, riuscirà nella impresa che ha iniziato, allora il futuro di una Dc davvero rinnovata sarà diverso, da questo punto di vista, da quello degli altri partiti. Non è una contraddizione: una Dc rinnovata sul serio, nel nome, nelle persone, nei programmi concreti, avrebbe tutte le carte in regola per continuare, o addirittura per cominciare, ad essere partito credibile per chi ispira la sua vita alla fede cristiana non integrista, ma neppure ridotta a pura astrattezza. Tanti cattolici finora non democristiani per ragioni di coscienza, costretti o a non votare o a votare con parecchi problemi per partiti diversi, potrebbero ripensare alla loro scelta politico partitica. Una Dc, o come si dovrà chiamare la cosa, laicamente ispirata alla fede cristiana, avrebbe buone chances politiche, nel deserto odierno della politica devastata da Tangentopoli e dintorni. Viene in mente, con un po' di ironia, una riflessione di Carlo Levi del I giugno 1948, mentre in casa cattolica si litigava tra De Gasperi e Gedda, il primo difendeva l'indipendenza del partito dalla invadenza clericale: «un giorno o l'altro la Democrazia cristiana diventerà l'unico partito laico italiano». In mezzo c'è, come detto un se: grosso, certamente, ma non irreale.
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