{)!L BIANCO ~ILROSSO PiiidMIM Paul Joostens Treno (1917) aprile e del 13 novembre 1992, e neppure come timidamente è successo anche prima delle recenti elezioni comunali. Tutti hanno visto quale sorte quegli autorevoli richiami abbiano avuto. É un punto di partenza nuovo. Si è chiusa, chiaramente, una stagione politica che era iniziata nel 1945-1947, quando all'interno della Santa Sede prevalse la scelta di Montini, per la Dc degasperiana, contro la scelta di Tardini, per un impegno dei cattolici in partiti diversi. Gli altri. Una «laicità» che manca ancora Ma con queste premesse qualcuno potrebbe pensare che il problema della presenza politica dei cattolici in Italia è archiviato, e che d'ora in poi tutti i partiti, vecchi e nuovi, partono alla pari, nei confronti del voto di quei cattolici che ritengono che la loro fede abbia anche delle conseguenze sul piano dell'impegno politico. Esiste, e continuerà ad avere conseguenze, il problema della coerenza delle scelte politiche con l'ispirazione cristiana, e il luogo delle decisioni non sarà più, certo, la rispondenza a consigli ecclesiastici, che non verranno più, almeno apertamente. I vescovi non diranno più, come in passato, di votare Dc, certo. I movimenti cattolici di base saranno impegnati soprattutto nel sociale, o nel prepolitico, per usare una espressione di Bartolomeo Sorge che andò di moda qualche anno fa, 15 · \ ' -----"'\ -..• -, --rma occorre chiedersi per chi, oggettivamente, un cattolico italiano che tale sia e tale voglia essere non solo anagraficamente potrà optare al momento del voto. Certo: conteranno soprattutto le persone, ma restano anche i valori, i programmi, le scelte di fondo. Recentemente su «L'Unita» un intelligente articolo di Paola Gaiotti De Biase si chiedeva se la Chiesa italiana fosse in condizioni di convivere con il pluralismo dei cattolici. Domanda giusta, ma che copre solo metà del cielo. Occorre, per abbracciare tutto il reale, chiedersi anche se i partiti italiani siano in condizione di convivere con ciò che per i cattolici è irrinunciabile ... Chi scrive ha grossi e motivati dubbi che i partiti laici italiani, per intendersi tutti gli altri, rispetto alla Dc, siano in condizioni tali, oggi, da poter capire, e accogliere, quanto di ispirazione cristiana irrinunciabile ci sia nei cattolici italiani degni di questo nome. Basterà constatare ciò che è successo a Giuliano Amato, ad Achille Occhetto e più recentemente a Giorgio Benvenuto, allora ancora segretario del Psi, solo per aver accennato laicamente alla considerazione del valore della vita umana a proposito dell'aborto: sono stati zittiti, insolentiti, insultati all'interno degli stessi loro partiti. E va ricordato che nessuno dei tre metteva in questione la scelta politica della Legge 194. Si trattava solo di prendere in considerazione le perplessità che sul fatto abortivo non posso-
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