Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 41/42 - giu./lug. 1993

J}!LBIANCO ~IL ROSSO ti i lf;i Mi tt Cattolicie politica:novitàsenza regalipernessuno di Giovanni Gennari attuale momento politico è quello di uno «stato nascente di massa». Sia sul piano elettorale che su quello istituzionale la situazione è del tutto nuova. L' Nel contesto di questa novità un posto particolare lo occupa quello che una volta veniva chiamato «mondo cattolico». La sua realtà è davvero in movimento. La Chiesa italiana Non è capitato spesso, in passato, che i vescovi manifestassero chiaramente di avere pareri molto diversi, sulla concretizzazione della presenza politica dei cattolici italiani. Oggi capita, al punto che nessuno, neppure chi anche di recente aveva cercato anche con i denti di difendere l'unità politica dei cattolici, intesa come adesione alla Dc, osere~be riproporla come tale. Le divergenze politiche tra i vescovi sono venute alla luce, e il meccanismo elettorale nuovo ha evidenziato che talora nelle competizioni elettorali non ci sarà un candidato di dichiarata matrice cattolica. É successo a Milano e Torino, ora, e succederà sempre più spesso, salvo grossi e imprevedibili fatti nuovi. É un fatto nuovo, con buona pace di eminenti uomini di Chiesa che fino alla fine hanno cercato di salvare il passato: le precisazioni imbarazzate, le smentite, le precisazioni non fanno altro che evidenziare ancor più il fatto. La Democrazia cristiana Non è neppure capitato spesso che il segretario della Dc, interpellato dai giornalisti sul pensiero dei Cei, se la cavi rispondendo con un po' di durezza che dai vescovi ci si attende che ci parlino di Dio, e non che pretendano di insegna14 re il mestiere ai politici. Oggi capita anche questo, e MinoMartinazzoli lo ha fatto. Dopo Tangentopoli, dopo la rottura di Orlando, dopo quella di Segni, dopo i fermenti della «Cosa bianca» di Rosy Bindi e Gorrieri, dopo la «Costituente della Strada», dopo le vicende che hanno toccato Giulio Andreotti, - che pure molto ha significato per il mondo cattolico uffi. ciale per quasi mezzo secolo-, e che hanno fatto vedere alla gente, in modo aperto, una faccia di corruzione diffusa anche, se non soprattutto, nel partito di ispirazione cristiana, dopo la proposta esplicita, e accolta quasi da tutti, di cambiare nome al partito dello Scudo crociato, dopo i tentativi, più o meno autentici, e più o meno riusciti e ancora in atto, di rinnovare il partito e renderlo di nuovo presentabile, nessun vescovo italiano potrebbe ufficialmente dichiarare che è dovere cristiano assoluto votare Dc, questa Dc, con questo peso di responsabilità sul passato, con questa confusione, e questo presente del tutto indeciso. Da un passato, anche molto recente, in cui l'accento veniva posto quasi solo sull'unità, e dicendo questo si intendeva proprio unità politicopartitica, e non si faceva nulla per nasconderlo, si è passati ad un esplicito riconoscimento del fatto del pluralismo, e l'accento viene posto sull'unità dei valori, della ispirazione fondamentale, del modello etico e ideale di uomo e di società che conseguono alla professione cristiana. Un ambito in cui la mediazione della coscienza dei laici cattolici, in autentica indipendenza, recupera tutto il suo ruolo. Questa, del resto, almeno dal Concilio in poi, era dottrina ufficiale della Chiesa, ma valeva dapertutto fuorché in Italia. Oggi vale anche qui. Nessuno oserebbe riproporre i richiami ai cattolici come prima del 5

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