Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 40 - maggio 1993

{),lLBIANCO ~ILROSSO Mikiiliii Perguariredalfrazionismo unpolosocialeditransizione di AnnaCatasta F rantumazione, vecchia malattia della sinistra: ma siamo sicuri che si tratti di malattia e non di vizio? Dalla malattia si può anche voler guarire, dal vizio è più difficile uscire perché procura dei guai di diversa natura ma, indubitabilmente, anche qualche piacere. Ma quando, come, perché si è sviluppata questa insana propensione per il vizio della frantumazione? È difficile dare una risposta perché la storia della sinistra italiana è percorsa fin dall'inizio, si può dire, da questa divisione e il fatto che, oggi, nonostante la caduta del muro di Berlino, tutto ciò permanga e anzi si accentui significa che si tratta appunto di una malattia inguaribile o di un vizio. Non è stata sufficiente per uscire da questa situazione neppure la crisi gravissima, quasi mortale, che ha colpito i partiti italiani in questo ultimo anno fino a portare il Partito socialista sul punto di dissolversi. E a pochi giorni dal voto della Camera sulla autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi le divisioni si moltiplicano e si accentuano fra chi ha voluto con quella scelta sottrarre l'uomo simbolo del Partito socialista degli ultimi anni, che pareva destinato a ritirarsi dalla vita politica, fra chi ha salutato la conseguente uscita del Pds dal governo Ciampi non come una necessità, ma come una vittoria o meglio come una salvezza, fra chi vuole le elezioni anticipate subito e chi preferisce arrivarvi con nuove regole elettorali. Il Pds propone una costituente della sinistra e contemporaneamente il Psi propone una propria costituente delle forze laiche: la divisione tocca 8 quindi anche le costituenti del nuovo che si dovrebbe creare. Il suicidio di Beregovoy sembra essere il simbolo tragico di una fase che si chiude e che rischia di coinvolgere in un unico segno negativo tutti i partiti che si richiamano al socialismo. Che cosa fare allora? Cosa proporre senza rifare il verso querulo alle buone intenzioni di ravvedimento che ci hanno accompagnato per tutti questi anni? Bisogna prima di tutto prendere atto di una semplice realtà: i contenitori simbolici, che hanno rappresentato in questo secolo l'unità della sinistra, come processo e meta da raggiungere, che dava quindi alle divisioni un carattere temporaneo da superare, hanno perso questa funzione. Nell'Internazionale socialista ci sono pressoché tutti, ma la situazione non è cambiata; il Partito socialista europeo nasce figlio della volontà di tutti i partiti della sinistra tradizionale, ma la sua vitalità è ancora tutta da dimostrare. La stessa idea di Socialismo e di Sinistra, come ha dimostrato il recente convegno organizzato da Micromega, è sottoposta a severe critiche non solo da Rocard, che con la sua proposta del Big Bang ha fornito una prospettiva di superamento della frantumazione basata sulla autodissoluzione del partito socialista e sulla nascita di una nuova cosa, ma da parte di molti ci si è interrogati sulla stessa identità della Sinistra rispetto alla identità della Destra. Ma se il socialismo è da buttare e la sinistra che lo dovrebbe rimpiazzare non è ancora definita che senso ha predicare l'unità tra forze che appaiono sempre più divise? In nome di chi e di che cosa dovrebbe realizzarsi questa unità? Mancando una legge fondamentale comune a

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