{)!LBIANCO ~ILROSSO t+iiki+iMAM I partiti tradizionali esistono pur sempre e la tempesta che è caduta su di loro li invita a cambiamenti anche importanti, - di nome e di prospettiva-, ma di certo non li ha resi più rapidi e più decisi nel muoversi in occasione di queste elezioni comunali. Certo siamo di fronte a nuove regole che trovano tutti impreparati, ma appare evidente che hanno prevalso le vecchie logiche. Alla fine troveremo i cattolici (democristiani) con un loro candidato, i socialisti pure e la sinistra compatta con Dalla Chiesa. Le forme in effetti sono diverse: la Dc non si presenterà col simbolo e Bassetti dichiara la propria autonomia al riguardo, i socialisti scelgono una denominazione ad hoc e sostengono prevalentemente Borghini (scelta dignitosa, quanto alla fine inevitabile), il Pds che aveva la responsabilità storica di fare una proposta aggregante in grado di sconfiggere la Lega e di governare adeguatamente Milano, ha scelto nel modo più tradizionale, di allearsi con la sinistra più rigida, Rifondazione e Rete (la prima dura ideologicamente, la seconda dura nella sua opzione liquidatoria del «vecchio»). È fuori discussione il nome del candidato, Nando Dalla Chiesa, persona di prestigio e di indubbio valore morale e politico. È l'operazione a non convincere per diversi motivi di cui due mi sembrano rilevanti: a) innanzitutto il rischio di un insuccesso finale, a favore della Lega; b) in secondo luogo non aver saputo avanzare una proposta adeguata che riguardi e il governo di Milano e le prospettive future di aggregazione della sinistra. Sul primo problema è presto detto: la somma dei voti prevedibili di Pds, Rete, Rifondazione, più altri (pezzi di Verdi e la lista per Milano che dopo una campagna all'insegna della novità ha 7 confluito poi nell'aggregazione di sinistra) rende plausibile che il candidato dello schieramento, Nando Dalla Chiesa, sia uno dei due possibili concorrenti al ballottaggio, assieme probabilmente al candidato della Lega. Ma la difficoltà sta nel secondo turno; quanti socialisti, democristiani e forze di centro si sentiranno di appoggiare in quella occasione Dalla Chiesa? Sul secondo punto è da rilevare una radicale avversione del Pds a qualunque convergenza anche indiretta coi socialisti ed una forte predisposizione verso Dalla Chiesa, quasi come una catarsi, un bagno redentore che li purifichi e li esorcizzi da Tangentopoli. Ora sulla condanna del passato establishment socialista non si può che essere radicalmente d'accordo, ma con ciò non si può liquidare il «socialismo» e la necessità di avviare processi aggregativi (aperti, ben si intende, anche ad altri) che si presentino lungimiranti. Qui invece gioca l'attrazione del «nuovismo» e si punta magari sotterraneamente sul recupero di voti socialisti in crisi, visione di breve periodo e tutta da verificare. L'ipotesi su cui ritengo si dovesse lavorare era una proposta che partendo dal Pds fosse di ampia aggregazione di vecchia e nuova sinistra, sino ai cattolici (neppure citati nell'occasione). I risultati che abbiamo sotto gli occhi ci dicono quanto le cose siano immature e come probabilmente si stia perdendo un'altra occasione favorevole. Ma è indubbio che non si tratta di un caso, è il disorientamento e l'impreparazione sui grandi temi della trasformazione economica e sociale, in corso ormai da tempo, che rende la sinistra facilmente catturabile dalì'immediato ed ancora troppo poco predisposta a costruire alternative di qualche portata.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==