Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 40 - maggio 1993

,P!L:BIANCO lX_tLROSSO VITA DELL'ASSOCIAZIONE Inmemoriamichevole diGerardoChiaromonte Mercoledì 7 aprile è morto Gerardo Chiaromonte. Chiaromonte è stato una figura eminente della sinistra italiana. È stato un uomo politico di grande integrità, particolarmente impegnato negli ultimi anni nello sforzo di trovare finalmente in una «sinistra di governo» lo sbocco alla storica contesa tra le forze di progresso italiane. E questo sbocco lo prefigurava sull'unico terreno possibile: quello di un riformismo concreto, non urlato, non elusivo e nel segno di una condotta politica fondata sul principio di responsabilità. «Il Bianco e Il Rosso», che l'ha avuto tra i propri collaboratori e, soprattutto, tra i propri amici, lo vuole ricordare pubblicando l'introduzione del volume «Con il senno di poi» (uno dei libri più belli ed interessanti di letteratura politica apparsi negli ultimi anni) nel quale Chiaromonte fa una ricostruzione critica della sua personale vicenda politica. ento che si avvicina, per la mia navigazione, S il momento di ammainare le vele. Lo esigono le ragioni del tempo, e anche della politica. È opportuno, quindi, dedicarsi a qualche riflessione su quello che si è riusciti a fare, o a non fare, sulle illusioni e le speranze perdute, su ciò che si lascia a quelli che verranno, e che anzi sono già venuti. Ho sempre pensato, d'altra parte, che il livello morale e la forza intellettuale di una persona si misurano anche dal modo come sa invecchiare: certo, senza rinunciare, per ipocrisia o opportunismi, e pur di restare alla ribalta, a ciò che si è stati e si è; senza l'ambizione irrealistica, e contraria alle stesse leggi della natura, di voler restare a tutti i costi in prima fila; ma con la riaffermazione consapevole, pur se critica, di ciò che si è riusciti a fare, 55 e con la volontà, fino a quando lo permettano le forze fisiche e intellettuali, di continuare a dare un qualche contributo alla battaglia alla quale si è dedicata la propria esistenza. E questo può avvenire anche attraverso la ricostruzione delle esperienze che si sono fatte, e la riflessione su di esse. Viviamo in un periodo di profondissimi e rapidissimi sconvolgimenti. Molti affermano che siamo giunti a un passaggio d'epoca. Nella vita dei popoli e delle nazioni, e in quella di ciascuno di noi, vengono meno certezze che apparivano forti, e si aprono orizzonti nuovi e inesplorati. È senza dubbio difficile vivere degnamente in un'epoca siffatta. La necessità assoluta di ragionare in termini nuovi, e di vincere ogni inerzia intellettuale, sembra che debba coincidere non

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