{)!LBIANCO ~ILROSSO Il fatto che la fragile logica del mercato sia attaccata su questi due fronti, da quello della sfiducia e da quello della «competitività mafiosa», è particolarmente pernicioso nelle regioni meridionali, dove vi è una storia recente del fare impresa, mentre al nord e al centro vi è modo di farvi fronte in vari modi. Nel caso del Sud il meccanismo generale che vi si innesca è di tipo vizioso: la società economica produce un numero di anticorpi non sufficiente, da solo, a contrastare la logica predatoria della concorrenzialità mafiosa, e questa nel suo agire riduce, ove vince, gli spazi della concorrenzialità economica. Si tratta di meccanismi molecolari, che si realizzano spesso nel silenzio e si compongono di tasselli minuti che insieme compongono il «puzzle» dell'immobilismo e della fuga dell'imprenditoria. Fenomeni che stanno intorno ai dati, ma che da questi non si ricavano direttamente. Si è visto come di recente, in pratica negli ultimi cinque anni, l'Italia è uscita, nell'intensità di alcuni gravi reati, dal «range» di oscillazione degli altri paesi europei. È stata una impennata rapida, vistosa e allarmante. Ma oltre questa congiuntura c'è dell'altro: un doppio processo innescato da un lato dell' «evoluzione» stessa delle mafie in criminalità professionale e dall'altro dalle dinamiche delle coscienze, meno vistoso, molecolare, che talvolta appare irrilevante, eppure è profondo, quanto possono esserlo appunto i fatti di coscienza. Si osservi il primo processo. L'insieme dei comportamenti trasgressivi dello Stato che andavano (e vanno) sotto il nome di mafia erano in un tempo lontano legati, quasi in un «continuum», con concezioni ideologiche che trovavano spazio di condivisione in alcune aree delle collettività. È qui inutile ripercorrere i nessi antropologici, culturali o sub-culturali, tra la visione mafiosa del mondo e la visione dominante in aree circoscritte del Mezzogiorno. Questo «continuum», che pure non era mai stato uniforme ed esente da contraddizioni interne, sembra spezzato in varie aree e in vari modi; questo perché la criminalità si è andata insieme «emancipando» dal sistema di valori, da cui pu48 re traeva parziale legittimazione, e «democratizzando», nel senso che sempre più bande «si mettono in proprio» e diventano auto-referenti. Questo primo processo si può identificare con l'eclisse dell'universo mafioso, sostituito da una «laica» scelta «professionale», di intrapresa criminale: da una centralità fondata sull'identità si è via via passati a una fondata sull'economico. E l'economico, di per sé, è prassi non ideologia. Il secondo processo ha a che fare con la modernizzazione nei costumi, nei comportamenti, nel linguaggio, che è da decenni in corso nel Mezzogiorno. Soprattutto avviene che le mafie non sono più legittimate né sul piano culturale, del loro universo di riferimento, né su quello della loro azione pratica. Anche se questi processi non sono da assolutizzare, operanti come sono in contesti dove i confini tra lecito e illecito tendono a confondersi. E tuttavia sono presenti. Anzi, si può dire che si percepisce sempre più nettamente una distanza tra l'accresciuto potere materiale della criminalità e il declino culturale della mafiosità. Questo processo è visibile soprattutto nei contesti urbani e negli strati giovanili e professionali della società meridionale. L'espunzione della mafiosità dalle coscienze è contrastata talvolta dall'anomia dei comportamenti dei decisori sul piano della gestione del1' economia pubblica, il che rende tutto più controverso, proprio quando si realizza in aree socialmente ed economicamente meno sviluppate. Sia il primo processo sia questo secondo or ora descritto tendono in alcune situazioni a convergere e a delineare un contesto di atteggiamenti nel Mezzogiorno non dissimile da quello vigente in altre aree del paese; in altre, invece, si realizza solo il primo, che provoca un aumento del conflitto interno alle organizzazioni criminali e che spesso inibisce il formarsi del secondo, il quale forse si produce ugualmente, senza esplicitarsi, o forse non si produce affatto. Si delinea insomma nel Mezzogiorno, anche rispetto a questo fenomeno, una varietà di situazioni il cui filo conduttore è dato proprio da questo contrasto ora netto, ora solo accennato, tra la congiuntura dell'illecito e la dinamica di lunga deriva delle coscienze.
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