{)!L BIANCO ~ILROSSO 1u,s1s, a;1 LaDctraMartinazzoelSi egni. Unpresentefattodiincognite L' elastico fra Segni e la Dc si è spezzato. Il leader referendario ha deciso infine di abbandonare la casa madre, il grande ventre della Democrazia cristiana. Le indagini della magistratura relative ai rapporti tra criminalità organizzata, affari e politica in città quali Napoli e Palermo colpiscono impietosamente alcuni «mostri sacri» democristiani. Con un'accusa fra le più gravi ed infamanti: concorso in associazione di stampo mafioso. La Chiesa è in allarme. Guarda con preoccupazione la fuoriuscita di Segni, gli avvisi di garanzia ad uomini come Andreotti, il fermento che investe le associazioni volontaristiche di impronta cattolica. Teme la fine dell'unità politica dei cattolici, ma al tempo stesso sottolinea la necessità di un profondo rinnovamento. Il rapporto Chiesa-Dc rischia di incrinarsi. Le molteplici anime del partito di maggioranza relativa si confrontano e si scontrano sui possibili esiti di una riforma elettorale in senso maggioritario. Il partito che per quasi cinquant'anni ha svolto il ruolo di attore principale nel quadro politico italiano, con una permanenza al governo da record fra le democrazie altamente industrializzate, si trova oggi ad un punto cruciale della sua esistenza. Certo, la crisi che ha investito il paese riguarda tutte le forze politiche tradizionali. È il sistema dei partiti nel suo complesso che viene messo in discussione. Ma di questo sistema lo scudi Valdo Spini docrociato è stato e tuttora è, nonostante tutto, una forza primaria. Nel bene e nel male, il suo travaglio merita quindi un'analisi specifica. La Dc si è trovata coinvolta ampiamente nello scandalo di Tangentopoli. Le indagini sul finanziamento illecito dei partiti, avviate dai giudici di Milano, hanno messo in luce un sistema di corruzione diffusa e capillare nei rapporti tra affari e politica. Un sistema nel quale il potere politico si è sentito in diritto di usare qualsiasi mezzo pur di consolidarsi e mantenersi, al di là di ogni regola e principio. L'occupazione delle istituzioni, degli enti, delle banche, delle imprese pubbliche - in pratica di qualsiasi poltrona disponibile - si traducevano in soldi, cliente42 le, tessere, potere. Per anni l'anima di tale sistema è stata la Dc. Purtroppo anche il Psi negli anni di Craxi si è fatto coinvolgere in siffatto sistema. La conquista fine a sè stessa di posizioni di potere e l'uso sfrenato del clientelarismo come fattore primario nel rapporto tra partiti e società hanno costituito per la Democrazia cristiana una fonte notevole di consensi elettorali. Questo meccanismo oggi è in crisi. Lo stesso doroteismo ha fatto il suo tempo. I primi passi del segretario Martinazzoli infatti vanno, in una certa misura e con particolare prudenza, verso una rottura di continuità nei confronti del passato. Depurazione del partito, riscoperta dell'ispirazione cattolica più genuina, rilancio di un'immagine «pulita» dello scudocrociato sono fra le ricette che Martinazzoli intende adottare per salvare il corpo agonizzante della «Balena Bianca». In effetti la Dc ha saputo reagire più di altri alla crisi che ha investito il mondo politico. In tal senso un ruolo significativo lo ha svolto la Chiesa. Da essa è giunto in alcuni casi uno stimolo importante verso il rinnovamento, ad esempio nel suo sottolineare la centralità della questione morale. Il rapporto con la Chiesa è sempre stato un punto di forza per la democrazia cristiana. Al tempo stesso però ha costituito per essa un limite, rappresentato dalla resistenza a qualsiasi cambiamento che rischiasse di indebolire l'unità politica dei cattolici. Anche oggi le perplessità nei confronti di Segni e le cautele con cui è stato commentato il «caso» Andreotti dimostra-
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