Il Bianco & il Rosso - anno IV - n. 40 - maggio 1993

i) .!J, BIANCO OIL, ILROSSO I Hl~'ffl I ij i Dcalcapolinea? Non è dettoperniente o gni tanto si preconizza la fine della Democrazia cristiana: ma bisogna pur constatare che per quasi cinquant'anni è sopravvissuta adattandosi alle diverse stagioni politiche che in parte aveva essa stessa determinato, uscendone spesso vincente e comunque, persino oggi, con minori perdite di quanti sono stati con essa coinvolti o le sono stati avversari. Per quanto il terremoto che sta sconvolgendo l'orizzonte politico suggerisca che tutte le cosiddette «forze storiche» della Repubblica italiana siano giunte al paragone, è ancora azzardato fare previsioni. Più prudente è avanzare qualche congettura. Penso che un elemento costitutivo della tenuta della Dc, più ancora che la sua struttura e il radicamento sociale, sia il dato che comunemente va sotto la dizione «unità politica dei cattolici», ma nel senso che dirò. La Dc non è, e non è mai stata, in senso stretto, espressione della totalità dei cattolici, né dei cattolici praticanti, né dei cattolici all'anagrafe. Ma in quanto partito che si definisce di ispirazione cristiana, la Dc è stata la sola formazione politica riconosciuta come tale dalla Chiesa istituita che con essa ha stretto un patto non scritto, di reciproca convenienza, per cui ha indirizzato, con moniti o inviti più o meno imperativi a seconda delle circostanze, il voto dei fedeli verso di lei. Non tutta la Gerarchia è stata sempre convinta di questo legame. Si sa che agli inizi della vita repubblicana di Piero Pratesi vi furono nella S. Sede posizioni caute, se non ostili alla Dc, e voci propense ad avere più attori disponibili sul teatro della politica italiana. Il cemento del rapporto biunivoco fu soprattutto la guerra fredda e l'anticomunismo. Ma già nel 1952, !'«Operazione Sturzo» parve come l'anticamera, presto richiusa, di un possibile secondo partito, benedetto o quanto meno riconosciuto dalla Chiesa. La stagione del Centrosinistra rappresentò un momento ricco di contrasti che tuttavia non mise a repentaglio quel particolare rapporto. Moro convinse la Gerarchia che, d'altra parte, fu presto impegnata nell'operazione conciliare. Fu il dopo-Concilio che vide l'emergere dei cosiddetti «gruppi spontanei» i quali tentarono senza successo una forma di aggregazione politica. Essi segnarono tuttavia una novità: mentre fino a quel momento la tentazione del distacco dal regime di unità si era manifestata alla Destra della Dc, ora si produceva sulla sinistra. Solo più tardi, nei primi anni Settanta Livio Labor avrebbe tentato l'impresa di una formazione politica che, partendo dalla base delle Acli, della Cisl e della Sinistra sociale democristiana avrebbe dovuto schierare un certo elettorato cattolico separandosi dalla Democrazia cristiana. Ma l'esperienza visse lo spazio d'un mattino. Tre anni fa si è verificata la secessione dell'on. Orlando. Nata a Palermo da una costola della Democrazia cristiana, la Rete ha registrato sinora una grande freddezza da parte della Chiesa ufficiale e ha ottenuto carne e sangue di adesioni e di voti soprattutto da sinistra. 40 Si direbbe che per l'uno e per l'altro soggetto del rapporto, Chiesa e Democrazia cristiana, abbia contato assai poco l'ispirazione politica di fondo. In realtà il pensiero cattolico italiano non aveva espresso una cultura politica né un progetto che connotasse in modo particolare la Dc. L'unico tentativo che aveva cercato di comporre personalismo cristiano e ruolo incisivo dello Stato nella economia, per una «reformatio» della società, era stato il dossettismo. Ma lo stesso Dossetti aveva abbandonato l'agone politico riconoscendo esplicitamente l'immaturità della cultura cattolica nell'era del confronto fra i blocchi. La riforma necessaria per lui era pertanto quella della Chiesa alla quale preferì dedicarsi. Sul finire degli anni Sessanta e per tutti gli anni Settanta si verificò la mutazione profonda della società italiana. Momento di contraddizione furono la discussione e l'approvazione delle leggi sul divorzio e sull'aborto con i relativi referendum. Il tempo dei «diritti civili» vide la Chiesa perdente, ma perciò più bisognosa di mantenere il legame politico con la Dc. La Dc non bastava a difendere i «valori» cristiani nella società ma, per uno strano strabismo, anche le posizioni più intransigenti (come quelle di Cl) suggerivano di puntare sulla difesa della Democrazia cristiana: i cattolici si riconoscevano minoranza nella società secolarizzata, ma non volevano rinunciare al bastione politico. L'avvento della «Solidarietà nazionale» aveva registrato la separazione di una sparuta pattuglia cattolica emigrata a fianco del partito comunista.

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