ridionale dovrà ritrovare una collocazione civile e politica e la questione è se e dove tornerà ad incontrare la Dc. La mia ipotesi è che una parie di essa potrà reinconlrarla muovendo dall'impegno del laicato cattolico (e della Chiesa) per ricostruire un fronte di opinione che ha assunto direttamente come temi la lotta alla corruzione (e ai vari intrecci tra mafia, camorra e politica) e quello della riforma elettoraleistituzionale. Il paradosso è che nel Mezzogiorno (ma il discorso forse non è destinato a valere soltanto lì) una ripresa della Dc può avvenire a partire da un polo cattolico di modo che la crisi del sistema politico, lungi dal liberare il voto cattolico che «incontrava» la Dc, sarebbe destinala a parzialmente ricompattarlo. Almeno nel senso che saranno i cattolici intenzionali a fare in quanto tali politica a ricollocare la Dc nella società meridionale. Ciò non implica necessariamente venature integraliste, ma certo rafforzerà i legami fra i luoghi d'origine di questa riaggregazione (parrocchie, vescovati, associazionismo di varia fisionomia ma legato al «volontariato» cattolico) e la rappresentazione politica di questo arcipelago. Non so se questo vada esattamente nella direzione nazionale di un passaggio dalla vecchia Dc (partito-Stato) a un «popolarismo» che rimette in campo matrici sturziane e soprattutto torna a legare la Dc - o come essa si «nominerà» - piuttosto al territorio della «società civile». Ma sembra sicuro che almeno una linea di tendenza, nel Sud, sarà questa. L'interesse della cosa sta nel vedere la capacità d'attrattiva di questa posizione, la sua forza d'espansione e dunque la possibilità che essa diventi nucleo di una aggregazione. L'interesse per così dire culturale sta nel vedere che cosa significherà per l'insieme del paese lo spostamento dell'influenza e della forza cattolica dallo Stato alla società, dall'occupazione a uno sforzo più diffuso per una presenza in termini di valori. Questo problema vale per tutti i partiti che hanno vissuto a ridosso dello Stato, vale per la sinistra ex- {)!LBIANCO '-'L, ILROSSO 1 •1t1-1•MI ;J comunista che con la Dc è stato l'altro partito-Stato italiano. Ma il problema di una Dc che ha governalo ha un'altra ampiezza e soprattutto un altro impatto. Ora, in una Italia più moderna ed europea di quella che abbiamo conosciuto nel cinquantennio trascorso, il contributo dei cattolici nell'orizzonte della società civile può rappresentare un rilevante elemento nella dialettica di forze, gruppi e idee. La liberazione dello Stato dai partiti e la ricostituzio34 ne di un rapporto Stato-cittadini ripulito al possibile da vecchie fangosità deve avere come controfaccia un'intensa aggregazione della società civile per gruppi, movimenti, associazioni, partiti rappresentativi di progetti, persone, valori. La presenza dei cattolici e di una Dc rifondata potrà avvenire su questo versante offrendosi così una riduzione dell'effetto pernicioso della presenza diretta nello Stato di una cultura politica di matrice cattolica. Cerco di chiarire quest'ultimo passaggio. Resto convinto - anche se l'argomento è di quelli pesanti che avrebbero bisogno di ben altro approfondimento - che l'effetto diretto di quella cultura sullo Stato sia stato pernicioso (come peraltro e per ragioni diverse l'effetto della cultura comunista, e lo dico con netto tono anche autocritico); mentalità compromissoria che rinuncia alle scelte, realismo cinico oltre ogni immaginazione, disinteresse culturale per una amministrazione efficiente, miscuglio fra assistenzialismo e volontà di potere, tutte queste cose, variamente mescolate, fanno parte di una mentalità, di una «cultura», di un atteggiamento legale sia al rapporto fra cattolicesimo e nazioneItalia sia a quella dimensione di pessimismo antropologico che spesso distingue il rapporto o fra cattolici e potere. Insomma, e lo dico con una intonazione semiseria: un compito essenziale per il rinnovamento dell'Italia è l'allontanamento dei cattolici dal potere e la ricostituzione della loro presenza e influenza in una zona più appartata dove possono farsi valere altre attitudini, altre vocazioni e talenti in una dialettica più piena con opposte tendenze e valori. Dobbiamo liberare lo Stato dai vecchi dominatori e immaginare perciò che la rifondazione della Dc (nelle forme in cui potrà darsi) si faccia soprattutto in funzione di questa liberazione. La stessa questione cattolica potrà esser guardata finalmente in una luce nuova se veramente si riuscirà a costruire in Italia uno Stato-amministrazione degno di questo nome. La questione democristiana, come sempre, riguarda perciò tutto il Paese.
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