D!LBIANCO ~ILROSSO •1•1}.i§t•M;I Dc«costretta»ll'opposizione perrinnovarle'Italia Q uale destino, per la Dc, nei prossimi anni? Sarebbe stato difficile immaginare, anche solo pochi mesi fa, che questo divenisse !'in· terrogativo più pungente per comprendere l'evoluzione del sistema politico italiano. È fuor d'ogni dubbio, infatti, che la Dc è il partito più profondamente toccato dalla dissoluzione accelera· ta e drammatica del sistema italiano. La ragione è evidente: dal 1948, questo sistema si è retto sulla sua centralità, sulla sua funzione di perno insostituibile a guardia della indiscutibile appartenenza italiana al campo delle alleanze occidentali. Questa sua funzione internazionale ne ha sovradimensionato la presenza complessiva e di Biagio De Giovanni ciali, una presenza che si va dissolvendo sotto i colpi dell'attacco dei giu· dici. È cosa destinata a mutare la geografia politica di intere regioni, se si riflette - soprattutto nel Mezzogiorno, ma non solo lì - all'imponente ruolo di mediazione che il «notabilato» democristiano ha svolto da sempre e in modo particolarmente accelerato nelha facilitato - nell'immobilità complessiva di tutto l'insieme politico - la !' sua progressiva identificazione con lo Stato. Partito-Stato, si è detto tante volte, e centro dello schieramento: tutto questo è irreversibilmente concluso e con esso è conclusa tutta una storia di quel partito e tutta una parte della storia d'Italia. La domanda iniziale nasce dalla seguente considerazione: come sopravviverà la Dc oltre questa vicenda? La sua identità, infatti, è segnata in modo radicale. Penso, per esemplificare su un punto specifico, alla presenza ramificata della Dc nei singoli feudi e notabilati regionali e provin· 33 l'ultimo quindicennio. Nel Mezzogiorno, questo ruolo era svolto sul crinale di un rapporto drammaticamente stretto con zone della criminalità orga· nizzata in un intreccio perverso che ora incomincia a mostrare il suo volto. Anche qui, senza potere andare più a fondo su aspetti specifici, la domanda è: che cosa sopravviverà, e in quale forma, alla distruzione di tutto questo tessuto di potere? Credo che l'analisi dovrà muovere necessariamente da questo punto, che individua un intreccio concretissimo di forze e di raggruppamenti; la Dc, nel Mezzogiorno, è stata soprattutto questo e, da questo punto di vista è stato il partito di gran lunga più organizzato stanziato nelle regioni del Sud d'Italia. Che cosa accadrà se questa «organizzazione» dav· vero finisce? Bisogna forse fermare anzitutto l'attenzione su un altro elemento della si· tuazione meridionale: la Chiesa e il laicato cattolico sono in gran movimento per frenare una dissoluzione e ricercare un altro polo - e un'altra ra· gione - di aggregazione. Nel Mezzogiorno, il ruolo della Dc si gioca prima di tutto sulla riuscita di questa operazione, sulla capacità che soprattutto le forze indicate avranno di «traghettare» il consenso dalla dimensione clien· telare - organizzata a quella di opinione anzitutto e specificamente cattolica. Se veramente il mondo dei «clientes» entra in una crisi irreversibile, un largo pezzo della società me-
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